01 luglio, 2013

Il letto di Procuste - ovvero: delle torture dell'unifomità - Il metodismo murgiano

ProcrusteMolti sanno del 'letto di Procuste' che ricorda la tendenza di alcuni a ridurre le persone ad un modello unico, la mutilazione di un lavoro o di un progetto per renderli conformi a un modello. Un solo modo di pensare, di agire al prezzo della distorsione o degradazione, quando non la totale eliminazione di ciò che non si adatta nello stampo.
Nella mitologia greca, Procuste era un bel giovane dal comportamento pieno di dolcezza e di bontà. Era un ladro, ma non del tipo Robin Hood: aveva infatti preso l'abitudine di catturare i viaggiatori e di attaccarli ai suoi letti, i più grandi sul letto piccolo, i piccoli sul grande. Per farla breve, aveva trovato il modo di occupare il tempo quando ancora non esistevano la televisione, strip poker, grandi fratelli, politiche culturali fasulle ed altre amenità. 

Insomma, delle persone che passavano tagliava le più grandi o estendeva quelle troppo piccole per adattarle alle dimensioni del letto. C'erano, anche allora, coloro che godevano per un nonnulla, non è vero? Fortunatamente Teseo pose fine a queste atrocità, catturandolo e sottoponendolo allo stesso poco invidiabile trattamento. Non ricordo bene se fu ridotto o stiracchiato. 
  Questo desiderio di standardizzare, di tagliare qualsiasi cosa superi alcuni limiti, cercando di farla entrare a tutti i costi in quello stampo immodificabile, simboleggia proprio l'arbitrio, la rigidità di pensieri e norme incapaci di adattarsi ai casi particolari. E' l'errore della Comédie-Gravinaise, che sta piazzando i suoi giocatori nel letto di Procuste, e di tutti vogliono la stessa lunghezza, e giocano allo stesso modo le stesse parti. 
La mediocrità diventa, così, insopportabile, tutto qui.

Come se un medico decidesse della salute degli altri in base alla loro conformità con la sua statura.
La mania di arringare le menti sul letto di Procuste e tagliarle sullo stesso modello è caratteristica, oggi, vi assicuro, molto in voga.
E' il metodismo murgiano.

 

Passando ancora una volta, domenica scorsa, da piazza Scacchi mi sono ricordato di un episodio e di come, sempre più spesso, vi dicevo, si cerchi di far coincidere le cose alle proprie lunghezze cerebrali, anche di fronte all'evidenza contraria.
La volt
a precedente, ero tra me e me (vedi post), pensavo a quei massi erratici, ed al ghiacciaio che li aveva portati colà. Masso erratico, infatti, è definizione precisa della pietra portata lontano, da un ghiacciaio, dalla sua sede naturale in un altro posto (vedi masso erratico o masso delle streghe) ed è completamente estraneo al luogo dove si trova.

 
In quel post non lo scrissi, ma pensai ad Arcangelo Scacchi, noto mineralogista, la sua statua se li è visti di fronte e li vedrà per chissà quanto altro tempo.

 
Ma torniamo al dunque: pur di far coincidere l'evidenza alle proprie elucubrazioni la Procuste di turno disquisì sul termine erratico scomodando financo Rorschach, ripetendo, quindi, novella Gelmini, la gaffe simile a quella del tunnel fino al Gran Sasso (manco a dirlo), pur di dimostrare qualcosa. Prendendo fischi per fiaschi. (E con rabbia tale, forse freudiana, da trasformare Syssitia in Sissytia) 
 
La mania come quella di Procuste che cerca di riempire il letto sottoponendo le sue vittime a trazione è quella che tende a ridurre la conoscenza a modelli preconfezionati e standardizzati, e la vita e la visione del mondo in poche e nette idee, sempre le stesse, nelle quali non c’è posto per l’incertezza, con la convinzione che la conoscenza della quale si è in possesso sia l’unica esistente, l'unica che abbia valore e trascurando ciò che non si conosce, amputando quell’ignoto che c
i spaventa e potrebbe farci sporgere dal letto.

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vedi anche
Una pesante censura incalza - Abbiamo finito di ridere

SYSSITIA - Gravina - Che fine fanno i massi erratici?

click sulla foto per vedere tutti i massi erratici (buchi compresi)
Laura Marchetti 3

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