08 giugno, 2013

Rachid Benhadj - Un amico indimenticabile - Anteprima - Parfums d'Alger

Ho conosciuto Rachid nel 2008 durante il Murgia Film Festival. Lo ricordo sempre con piacere. Persona squisita ed amabile oltre che geniale.

Anteprima di “PARFUMS D’ALGER” DI RACHID BENHADJ
Sentori di memoria ferita

 photo MMF20086luglio-098.jpg
img repertorio
Rachid Benhadj al
Murgia Film Festival




Questo lungometraggio rappresenterà l'Algeria all' Abu Dhabi Film Festival (previsto per il 11-20 ottobre), è un film molto sottile, in cui il regista non cede ad alcuna licenza artistica, ma cercando di dire un sacco di cose, in tutte, si mostra rilevante.

Ci sono dei ricordi che scacciamo, che vogliamo cancellare dalla nostra memoria, perché provocano vergogna, non li assumiamo perché sono troppo dolorosi perchè facciano parte del nostro presente.
Nella vita, ci sono sempre dubbi, incertezze e soprattutto sofferenze del passato che non vorremmo più rivedere.


Eppure i ricordi tornano a perseguitarci quando meno ce lo aspettiamo, a riaprire ferite che pensavamo cicatrizzate. Qualsiasi cosa può risvegliare il dolore: un odore, un profumo, una fotografia, una voce ... o una telefonata.


Karima (Monica Guerritore), è l'eroina in Profumo Algeri, di Rachid Belhadj, presentato lo scorso Giovedi a Ibn Zeydoun in anteprima, ripiomba nello sbando dopo una chiamata di sua madre che le chiede di aiutare il fratello, Murad (Adel Jafri.). I primi piani di Profumo d'Algeri posizionano lo spettatore nel tempo (1998) e nel luogo (Parigi, in un primo momento, poi Algeri).


Karima Bensadi è eletta fotografa dell'anno. Lei ha viaggiato ovunque e conduce una vita da sogno nella capitale parigina. Quando sua madre, Fatima (Chafia Boudraa sempre apprensiva), le dice che suo fratello è in una situazione delicata, lascia tutto alle spalle e torna al paese di cui non è più parte.

Ritrova la bella sorella e amica Samia (Rym Takoucht), il padre, Ahmed (Sid Ahmed Agoumi) in coma e suo fratello imprigionato. Algeri è immersa nel caos del "decennio nero". Karima ripiomba in tutto ciò che lei ha cercato di fuggire e cerca di far uscire di prigione suo fratello, diventato emiro di un movimento islamico, perché crede, sola contro tutti, che è innocente e che è ancora vivo in lui il ragazzo gioviale pieno di vita di un tempo. La fotografa famosa, occidentalizzata al punto di dimenticare il suo arabo, scopre che i suoi ricordi sono rimasti intatti.
Suo padre, un "Mujahid" rimasto bloccato nel passato, patriarca violento e repressivo con i suoi figli, ha violato Samia, la figlia del suo amico martire, e ha dovuto prendersene cura. Rachid Benhadj, è anche sceneggiatore di Profumo di Algeri, evoca diversi temi, ma non li approfondisce (il decennio nero, la percezione del decennio all'estero, le vittime del terrorismo, le relazioni familiari complesse, ecc.), Poi passa a una sorta di omaggio alle donne (marcia delle donne, con alcune testimonianze filmate) riuscendo peraltro a disegnare dell'Algeria un affresco lirico e ricco di sfumature. 
Quì intere generazioni si scontrano e si confrontano: la vecchia generazione murata nel silenzio o intenta a reprimere le speranze dei giovani, mentre questi in aperto conflitto scendono in strada. Questo è problema di comunicazione universale, ma spesso si vuole specificare che è la società algerina ad affrontarlo, così come spesso è descritto e criticato nel cinema, in Profumo Algeri, la visione del regista è più sfumata e priva di manicheismi. Rachid Benhadj affianca giovani generazioni e genitori senza forzare alcun giudizio. Lui preferisce festeggiare le donne in lotta, la forza motrice di un paese che sta cercando di (ri)costruirsi.
Rachid Belhadj è piuttosto suggestivo, in particolare attraverso i suoi piani ravvicinati al corpo e al viso. Vittorio Storaro è direttore della fotografia del film (prodotto dall'Agence algerienne pour le rayonnement culturel (Aarc) et Net Diffusion), che, lo ricordo, ha lavorato sui grandi capolavori del cinema come Apocalypse Now e Ultimo tango a Parigi, dando ad Algeri dei colori stupendi.
La città è rappresentata da uno struggente colore ocra  che restituisce tutta la sua dimensione malinconica.
Profumo Algeri inizia e finisce con molte incertezze, ma con grande speranza. La speranza che si possa un giorno ricordare per guarire dal dolore ed, infine, liberarsene.
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Vedi

http://www.liberte-algerie.com/ 
AVANT-PREMIÈRE DE “PARFUMS D’ALGER” DE RACHID BENHADJ

http://www.algeriades.com 
Parfums d’Alger de Rachid Benhadj


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