Ricercatori australiani sono riusciti a bloccare la replicazione del virus nelle cellule. Tuttavia, ci vorrà del tempo per avere il trattamento pronto.
Sono riusciti a prevenire la replicazione del coronavirus nelle cellule umane in laboratorio utilizzando la tecnica di editing del genoma Crispr, secondo uno studio pubblicato martedì, che potrebbe aprire la porta a nuovi trattamenti per Covid-19.
Gli scienziati australiani hanno utilizzato un enzima che si lega all'RNA del virus e scompone la parte del genoma di cui ha bisogno per replicarsi all'interno delle cellule, impedendogli di moltiplicarsi e di infettare le persone.
Dopo questi risultati in vitro, pubblicati sulla rivista "Nature Communications", i ricercatori sperano di iniziare presto le sperimentazioni sugli animali.
La tecnologia delle forbici molecolari Crispr ha rivoluzionato la manipolazione del genoma grazie alla sua precisione e facilità d'uso rispetto agli strumenti precedenti.
Consente di tagliare il nastro del DNA o dell'RNA in una posizione specifica scelta e modificare il codice genetico all'interno della cellula.
La sua applicazione ha mostrato risultati promettenti nell'eliminazione delle mutazioni genetiche che portano allo sviluppo di tumori nei bambini e sono in corso studi clinici per il trattamento di altri tipi di tumori e malattie genetiche rare, tra cui l'anemia falciforme, la beta talassemia e una malattia che causa la cecità.
Nello studio pubblicato martedì, i ricercatori hanno adattato questo strumento per riconoscere Sars-CoV-2, il virus responsabile di Covid-19, ha detto l'autrice principale Sharon Lewin del Peter Doherty, Institute for Infection and Immunity, Melbourne.
"Una volta riconosciuto il virus, l'enzima Crispr viene attivato e taglia il virus in pezzi".
La tecnica è stata efficace anche nell'arrestare la replicazione virale in campioni di virus appartenenti alla linea della variante Alpha, emersa in Inghilterra alla fine del 2020.
Diversi vaccini efficaci anti-Covid sono già in commercio, ma sono disponibili pochi trattamenti, e con efficacia solo parziale.
“Abbiamo ancora bisogno di cure migliori per le persone in ospedale. Le possibilità attuali sono limitate e, nella migliore delle ipotesi, riducono il rischio di morte solo del 30%", afferma Sharon Lewin.
Ci vorranno ancora “anni, non mesi” prima che la tecnica Crispr si traduca in cure diffuse, avverte il direttore del Doherty Institute. L'approccio delle forbici molecolari, tuttavia, può essere utile nella lotta contro il coronavirus, spera, aiutando "un giorno" a sviluppare "un farmaco antivirale orale, poco costoso e non tossico".
Questa ricerca apre anche le porte al trattamento di altre malattie virali "tra cui l'influenza, l'Ebola e forse l'HIV", aggiunge Mohamed Fareh del Peter MacCallum Cancer Center, coautore dello studio.
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