30 settembre, 2013

Le donne in politica sono meno corrotte? Non è poi così sicuro

Secondo uno studio americano, l'onestà delle donne in politica non è "naturale". Tutto dipende dal contesto istituzionale.


Diversi studi hanno suggerito che le donne sono meno corrotte degli uomini in politica. Sono state anche fatte correlazioni tra il numero di donne nel governo e la corruzione nel paese osservato. Alcuni stati hanno anche deciso di agire di conseguenza. A Città del Messico, per esempio, la polizia ha deciso di nominare solo donne nel controllo del traffico! 
le donne e la cleptocraziaMa la situazione, però, è più complessa. Due ricercatori in Scienze Politiche presso la Rice University Huston - News & Media hanno approfondito il tema. In uno studio pubblicato nel mese di settembre, dimostrano che l'onestà delle donne in politica non ha niente di "naturale". Tutto dipende dal contesto istituzionale e politico.


"Quando la corruzione è stigmatizzata, come nella maggior parte delle democrazie, le donne sono meno tolleranti e meno propense a impegnarsi in questa modo. Sanno che questo comportamento sarà punito dagli elettori e dai tribunali", spiegano gli autori Justin Esarey e Gina Chirillo. Conclusione: le femmine proteggono la loro carriera prima di tutto! 

Prudenza e adeguamento, insomma. 
"Se il comportamento corrotto è una parte normale della governance locale, non ci sarà alcuna differenza tra i sessi",
dice lo studio. Gli autori rimangono ancora cauti in questo caso: "In questi sistemi, anche le donne hanno meno opportunità di agire negativamente, perché escluse dalle reti sociali e politiche."

29 settembre, 2013

Sesso permesso - Ai combattenti i corpi delle donne tunisine - La Jihad femminile è così

Sesso ai jihadisti in Siria 
Tunisian women who travelled to Syria to offer themselves to Islamist opposition fighters in sexual jihad are returning pregnant, a government minister has claimed
Alcune donne tunisine offrono i loro corpi ai combattenti in Siria nella 'jihad al-nikàh', una pratica incoraggiata dai salafiti, cioè fare sesso fuori dal matrimonio e senza limiti. 

Le ragazze tunisine tornano incinte in Tunisia, per merito dei combattenti Salafiti che hanno messo a ferro e fuoco la Siria. Dopo essersi prestate al "riposo del guerriero", ormai legittimato da alcuni sceicchi wahhabita, si ritrovano con i figli a carico nati da padri sconosciuti (jihad, per queste ragazze significa giacere con il maggior numero di jihadisti possibile).

Lo stesso Ministro dell'Interno, Lotfi Ben Jeddou, ha pubblicamente dichiarato il 19 settembre che quasi un centinaio di jihadiste erano passate di là nel loro cammino verso Damasco. Ed eccole qui, oggi, con il frutto di questi jihad al-nikàh (matrimonio di solo sesso), questa specie di prostituzione dagli accenti religiosi. 

‎Tunisian Girl بنية تونسية‎Che ne sarà di questi bambini in un contesto sociale in cui le ragazze madri sono severamente stigmatizzate? A questo proposito, Lina Ben Mhenni Blogger impegnata, ha interpellato 'la ministra delle Donne', Sihem Badi, via Facebook: 
«Quale sarà il suo programma per controllare e per salvare i loro figli?" "Dovranno essere gettate a mare?"
Lina interroga anche Souad Abderrahim, eletta nel partito Ennahda per l'Assemblea costituente, che sostenne nel novembre 2011: 
"le madri single non dovrebbero aspirare a un quadro giuridico che ne protegga i loro diritti." 
Per la cronaca, la signora Abderrahim non esitò a dichiarare che queste madri erano 
"una vergogna per la società tunisina". 
Ben Mhenni incalza la deputata e le chiede se doveva chiamare queste giovani donne di ritorno dalla Siria "ragazze madri", nella misura in cui sono "moudjahidate"?
e, sempre più martellante,  insiste: 
"Vanno onorate, sostenute e i loro figli protetti, o gettate in mare?" 
Sono questioni, queste, di bruciante attualità, che sollevano un pezzo di velo sacro che tende a ritrarsi. Il colmo del paradosso sono le fatwa degli sceicchi salafiti che invocano la jihad al-nikàh, che permette sesso extraconiugale con più partner, mettendola sul tappeto di una società che la considera un tabù. Anche se, secondo i dati diffusi nel 2010 da associazioni di tutela dei minori, non meno di quattro bambini ogni giorno nascono in Tunisia, al di fuori del matrimonio. E si dovrà aspettare il ritorno delle "jihadiste sessuali" per riesumare l'argomento. Provocherà questa volta il rimprovero degli estremisti religiosi, per lo meno colpevole di complicità?

Va anche detta qualcosa sul matrimonio orfi (tradizionale) che riporto traducendo da:


Nelle ultime settimane, molti articoli hanno riportato un "nuovo" fenomeno in Tunisia ... "Sempre più studentesse tunisine che indossano il niqab sono avvicinate da giovani salafiti, seguaci dell'Islam legalistico. Questi propongono loro di stipulare un contratto di pseudo-matrimonio, scritto su un pezzo di carta davanti a due testimoni, di solito "fratelli salafiti" per legittimare la loro unione davanti a Dio e "consumare senza peccato". 

Questo è quanto si legge nelle pagine di organi di stampa occidentale ...

A prima vista, si precisa che tali informazioni sono da prendere con le pinze, in quanto promanano da un non musulmano. Allah dice: 
(Voi credenti! Se un perverso viene a voi con una nuova, guardatevi bene dal credergli, anche inavvertitamente, non credete alle persone per poi pentirvi più tardi.) 49/6 in questi articoli si intravvede molto di più  una chiara volontà di criticare il ritorno dei valori islamici tunisini ...

"Questo incoraggia i salafiti a guadagnare terreno con le loro idee regressive", sostiene la storica Dalenda Larguèche, direttrice del Centro di Ricerche, Studi, Documentazione e Informazione sulle donne (CREDIF) a Tunisi. Questa fervente femminista si erge in blocco contro quello che lei chiama "islamizzazione" della Tunisia descritta come la locomotiva del mondo arabo in materia di diritti delle donne. Anche perché il codice civile garantisce la parità di genere dal 1956. Ella condanna quindi le varie affermazioni come l'uso del niqab all'università, o l'arresto di giornalisti del quotidiano Attounissia aver pubblicato una foto di nudo ... e ... questo matrimonio 'di consuetudine'! 

Ma se è così, questi giovani sfruttano l'ignoranza delle donne che non conoscono la Shariah e che quindi credono nella loro parola parola.... (continua)

vedi anche

Inaugurazione monumento ad Ettore Pomarici Santomasi . Piazzetta Museo - Lunedì 30 settembre 2013

Comunicato stampa:
Lunedì 30 settembre 2013
inaugurazione del busto  a
Ettore Pomarici Santomasi



Finalmente si realizza un progetto nell'aria da diversi anni, quello di dare la giusta importanza ad un uomo che ha tanto amato e tanto dato alla sua città.
Un monumento a lui dedicato verrà inaugurato nel larghetto adiacente a quello che fu il suo palazzo e, oggi, sede della Fondazione che porta il suo nome.

Il giorno prima della sua morte, il 6/12/1917 con umanità e amore lasciava alla sua città i suoi beni e, mentre assicurava eterna memoria al suo nome, lasciava a noi in eredità una verità storica da preservare gelosamente.
comunicato a cura di
Mariateresa Di Noia
per la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi
________________
VEDI AGGIORNAMENTO
GIORNATA Inaugurale

28 settembre, 2013

Il caso della dott.sa Labriola - il Collettivo del Centro Sperimentale Marco Cavallo di Latiano


Ho ricevuto il 24 settembre scorso copia di un articolo sul caso della Dott.ssa Paola Labriola elaborato dal
Collettivo del Centro Sperimentale Marco Cavallo di Latiano(BR)
e
dall'Associazione 180amici Puglia:

Servizi comunitari e “forti” a misura di persona
 

Ogni giorno, i media nazionali, ci inondano di notizie circa la militarizzazione dei servizi di salute mentale in seguito alla tragica morte della dott.ssa Labriola. Una morte inaccettabile che ha visto vittima, ancora una volta, una protagonista e professionista dell'aiuto lasciata sola sul territorio. Le misure da adottare al fine di contrastare quanto accade, non consistono nell'istituzione di presidi armati nei servizi creando così diffidenza. Statisticamente si evince che le persone con disagio psichico non commettono più delitti di quanto ne commettano i “sani” e per quanto concerne la pericolosità, molti studi criminologici hanno accertato la scarsa correlazione tra malattia mentale e pericolosità.(1)
 
Sull'onda dell'accaduto si è portati a reagire con misure istintive volte esclusivamente alla rassicurazione nell'immediato che ovviamente non portano ad una soluzione a lungo respiro e che non affrontano il problema nella sua delicatezza e complessità. (continua)
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Prossima attivita del Centro

27 settembre, 2013

Lacrime di pietra - edizione 2013 - inaugurazione: torre dell'orologio

Comunicato stampa

L’associazione UNDERGRÀ e l’associazione VUOTI A RENDERE, comunicano l’inaugurazione della mostra fotografica Lacrime di Pietra_FUORIUSO, conseguente alla V edizione del relativo concorso fotografico. 

 photo Lacrimedipietra2013-copertina.jpg
Circa 20 scatti e 20 idee sui luoghi in disuso del nostro paese; luoghi molto visibili ai nostri occhi, ma FUORIUSO. Le idee non mancano per poter ripristinare tali luoghi e ridarne vita e se ci sono le idee allora si può iniziare a parlare di progetti ed a studiarne la fattibilità.
Perché è dalle idee che nasce lo sviluppo del territorio, la sua evoluzione ed il suo rinnovamento; e le idee nascono dalle persone che fanno il territorio, determinandone lo sviluppo o il deterioramento. Una riflessione su quello che siamo, su quello che potremmo e vorremmo essere attraverso i nostri luoghi FUORIUSO.
Ogni autore ha partecipato con una foto, inquadrando un luogo “fuoriuso”, abbandonato, dismesso del nostro paese, prediligendo il centro storico di Gravina in Puglia. La foto è stata accompagnata da una proposta di riutilizzo-riuso-recupero dello stesso luogo dismesso, nonché dalla descrizione delle suggestioni che questo luogo scaturisce, in forma di racconto scritto, filmato, disegnato, ecc.
“I luoghi hanno vita propria : nascono, vengono fondati, si modificano, mutano, possono morire, vengono abbandonati, POSSONO RINASCERE.
L’uomo ha rischiato e rischia di smarrirsi, perdendo i suoi spazi vitali e il rapporto con essi, ma ogni abbandono comporta una ricostruzione, ogni scomparsa, prelude a una nuova presenza.”

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 photo Lacrimedipietra2013-locandina.jpgOPENING E PREMIAZIONE
Lacrime di Pietra V edizione dal tema: FUORIUSO

28 settembre 2013 ore 19
presso il Torre dell’Orologio – Villa comunale- Gravina in Puglia,


La mostra avviene a seguito del concorso fotografico, alla sua V edizione, indetto dall' associazione UNDERGRA' con la collaborazione di VUOTI A RENDERE.

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PROGRAMMA DELLA SERATA
OPENING LACRIME DI PIETRA 2013 | 28 Settembre 2013

Introduzione
Vuoti a rendere - Riuso temporaneo di spazi abbandonati.
Esperienze
Small - Alessandro Cariello | Dismissione e riuso: Reti di ricerca
Undegrà - Conoscenza, valorizzazione e strategie di riuso degli ipogei di Gravina
Presentazione del libro “PROGETTARE IL SOTTOSUOLO. GLI IPOGEI IN PUGLIA”
Prof Antonella Calderazzi (Politecnico di Bari)
Premiazione vincitore “CONCORSO FOTOGRAFICO LACRIME DI PIETRA –FUORIUSO”
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La mostra sarà aperta dal 28 Settembre al 6 Ottobre 2013.

ORARI DI APERTURA
29 SETT 30 SETT/ 4 OTT / 5 OTT/ 6 OTT
H. 10.00 - 13.00 / 18.00 - 22.00
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PER ULTERIORI INFO
www.lacrime2013.wordpress.com
facebook.com/undergravina | facebook.com/vuoti.rendere
mail | undergra@libero.it | vuoti.rendere@gmail.com
cell | 339.10.70.625 | 328.08.32.362 | 333.72.57.992|349.55.06137

26 settembre, 2013

Venti poesie d'amore di Salvatore Ugo Digennaro - QUASICOMENERUDA - Venerdi 27 settembre - Biblioteca Finya

Dopo il meritato successo conseguito a Roma, Salvatore Digennaro, insignito del primo premio dal centro di poesia contemporanea (vedi), più noto come Ugo, scrittore, regista, impareggiabile ed eclettico autore del Murgia film festival, dimenticato dalla miope politica culturale della sua città, Venerdì presenta il suo libro QUASICOMENERUDA alla biblioteca Finya.
Quasicomeneruda - Salvatore Ugo Digennaro photo provainvito2.png

Dell'evento Ugo parla 'in ogni tanto capita (vedi)', un post del suo Blog (http://scomunicato.blogspot.it/), ove è possibile leggere anche la presentazione del libro del prof. Marcello Walter Bruno, che tra l'altro dice:
Il poeta e cantautore Salvatore Digennaro si confronta (fuori tempo massimo?) con Neruda, ma è evidente in questa raccolta che il canto generale ha lasciato il posto a un caos generale (linguistico prima che politico-sociale) in cui l’unico elemento di stabilizzazione del logos è paradossalmente il pathos...
...La dimensione della reversibilità, che fa capolino nel palindromo «ero malato, crepo per cotal amore», si rivela una variante della cantabilità, intesa come soggezione del senso al ritmo, della narrazione al montaggio, della figurazione all’action painting, del dato alla sua infinita processualità.
Perché, se fosse ancora possibile fare poesia nell’epoca della computabilità informatica di tutti i significanti, essa sarebbe «digitale purpurea»: rossa quasi come Neruda, ma disperatamente votata al karma della virtualizzazione.

25 settembre, 2013

Un canto a cappella da oltre un milione di contatti

Tim Blais, dottorando presso la McGill University di Montreal, ed il suo canto a cappella ispirato alla celebre "Bohemian Rapsody" dei QUEEN (in basso). 
Qui, il 23enne studente affronta la teoria delle stringhe, che è l'unificazione dibattuta e controversa delle leggi del regno fisico, non è certo che l'abbia spiegata bene, è almeno il tentativo di renderla comprensibile. Pubblicato il 18 giugno 2013, il video conta già oltre un milione di visitatori.
video

PERCHE' "A CAPPELLA"? 
Il termine "a cappella" prende ispirazione dal canto polifonico classico, che conobbe grande splendore nel periodo rinascimentale. In chiesa il coro si posizionava nella cantoria, solitamente ubicata sotto la cappella più importante. Con il tempo la dicitura "a cappella" fu usata in modo specifico per definire il canto senza accompagnamento strumentale, e il termine italiano è ora utilizzato in tutto il mondo anche se spesso storpiato in “a capapella o capella”. 
da quattrottave.net, leggi tutto sul sito
Bohemian Rapsody dei Queen

24 settembre, 2013

Niente di più efficace che i preservativi contro l'artrite e ... molto altro ancora

Va bene per la contraccezione, ma contro l'artrite è un toccasana
La vostra artrite fa un male cane? Qualche preservativo e tutto va a posto.
Anziani sudafricani ne usano il lubrificante per alleviare il loro dolore articolare, riporta The Sowetan
"Ne ho abbastanza di farmaci, non c'è niente di meglio di questo grasso",
dice Elizabetta Moyo, 59, Sud Africa (foto-link), che ha il più alto tasso di infezione da HIV nel mondo. I preservativi sono spesso distribuiti gratuitamente. 
I pensionati di Soweto ne fanno letteralmente incetta  per massaggiare le articolazioni doloranti con il lubrificante. Secondo i medici, che hanno denunciato questo uso poco ortodosso, non vi è alcuna prova scientifica dell'effetto analgesico del lubrificante. Questa non è la prima volta che l'uso dei preservativi viene deviato dal suo scopo. 
Nel 2009, per esempio, nel Congo il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione ha denunciato l'uso del lubrificante come cera - una pratica nata in un campo militare e allegramente adottata dalla popolazione civile.
"Va bene con tutti i colori di scarpe", 
dice un giovane di Bandundu, riportato dall'agenzia Syfia Grans Lacs, mentre, per converso, il dottor Philemone Sikulisimwa ne denuncia "l'immaturità palese ed il sabotaggio". A Bandundu, un po' dappertutto, sono installati dei distributori automatici, utili e pratici, per debellare la piaga dell'AIDS
In India, poi, già da una decina d'anni, i medici hanno finalmente capito perché i preservativi distribuiti gratuitamente a Varanasi erano così popolari: i preservativi fanno furore perchè usati per lubrificare le navette dei telai con i quali si tessono i sari, come scrive The Economic Times.

23 settembre, 2013

Dance man dance - Se sei in ballo devi ballare

Ci sono due vantaggi ad essere un adulto, il primo che non è più necessario fare acrobazie per essere cool, il secondo che non si è più costretti a ballare ... a meno che non si voglia lavorare a Currys, Cardiff (Galles). 
Alan Bacon, fresco di laurea in comunicazione, ha recentemente dichiarato del supplizio di una giornata di reclutamento organizzato dal distributore di elettronica di consumo. Il giovane, che si era preparato per il test per una settimana, era andato vestito con il suo abito migliore. Ma chi aveva curato quella sessione vedeva le cose diversamente: ha diviso i candidati in due gruppi e ha ordinato loro di impegnarsi in una gara di ballo. Alan Bacon, che si descrive come un nerd [folle per l'informatica] e "ballerino imbranato" si ritrovò a dover tentare di "eseguire, da zero, una danza robot, in costume, di fronte ad estranei". Vedere la sofferenza degli altri, era anche peggio che ballare. "C'era anche un anziano signore che era appena diventato padre ed aveva appena perso il proprio lavoro. Aveva un grande bisogno di questo lavoro, e vedederlo costretto a ballare il rap ... "

Miniatura
Il filmato
Currys si è scusata. In un certo senso il contesto è comprensibile. L'idea che per essere "divertente" e "sempre pronto", non importa per che cosa, è profondamente radicata nel mondo del business. Sono già vent'anni, se assunto in contabilità devi prima passare da una foresta o sparare con paintball. Oggi, le aziende moderne vantano di integrare l'intrattenimento con la vita d'ufficio. Una società di Internet Southampton ha installato nei suoi locali un toboggan per i suoi reclutamenti. 
"Se i candidati non si adeguano vuol dire che non aderiscono alla nostra cultura aziendale",
dice un portavoce. 
Sarei in grado di scivolare su un toboggan pur di farmi assumere? Credo di sì. Ma non vorrei mai ballare. Non potrei mai. 
Dovremmo essere scartati perché ci sentiamo facilmente a disagio? L'intelligenza, la lealtà, l'etica professionale non possono essere misurati con la volontà di ciondolare sull'electro-pop. Da chi compreremmo più volentieri dal nerd Alan Bacon o dal twerker [danza imitando l'atto sessuale], da chi ci rivolgeremmo con più fiducia per comprare una macchina fotografica?
____________

Tuttavia a me sembra che il problema più serio non sia quello di ambire ad un lavoro importante, avendone le qualità, ed essere costretto a 'giocare'. Quanto quello di vedersi affidato un lavoro importante, magari dall'ente pubblico, avendo sempre e solo giocato. Non vi pare? 

Vedi
BBC intervista

22 settembre, 2013

Eolico. Tanti modi per parlarne, pochi per capirne qualcosa. Gravina a piana dei Rizzi

Mille modi per dire eolico
 photo parco-eolico.jpg
Ho ricevuto, via-mail, da Lino Scarnera, una lettera aperta, che è anche contributo interessante al dibattito sull'eolico. Sull'argomento si sono consumate pagine ed ore in dibattiti con risultati piuttosto deludenti. La pubblica Amministrazione ha sprecato tempo prezioso, anche quando, in questo ed altri spazi, in momenti non sospetti, si rilevò la necessità di affrettare i tempi senza che accadesse nulla di rilevante. Adesso sembra si debba digerire la pillola, insieme alle altre, non sono poche.
Viste le recenti performances sull'utilizzo del denaro pubblico, orripilanti. disarmati, contro tanto spreco di tempo, risorse ed intelligenza, sia dalle parti del governo che dell'opposizione, siamo un po' tutti diventati inclini a lasciar perdere, 'tanto non c'è niente da fare'. Non mi riferisco evidentemente ai truculenti 'mi piace' che si sprecano, oltraggio all'intelligenza ed alle povertà dilaganti ed impotenti. Parlo dei proni al potere del momento, laudatores temporis acti, che si danno un gran da fare in adulazioni piacione e, francamente. molto cretine.

MILLE MODI
DI DIRE
“EOLICO”
La resa, tuttavia, non è incondizionata, di fronte a tanta pusillanime idiozia, né tale da sottovalutare la lettera di Lino, amico ed intelligente osservatore della cosa pubblica.
Mi affretto a proporvela integralmente così come mi è pervenuta (click sulla foto al lato), ringraziando l'autore per avermela inviata.

21 settembre, 2013

Bimbo di tre anni - La maglietta incriminata

La madre e lo zio del bambino, imputati per "apologia di reato" ...
Sul petto, le parole "Io sono una bomba". In fondo a grandi lettere "Jihad nato l'11 settembre.


"Originari di Sorgue mamma e zio di Jihad, il bambino ha ora quattro anni, tempo fa sono comparsi davanti all'Alta Corte di Avignone per rispondere di "apologia di reato". Il 25 settembre 2012, il bambino era stato condotto all'asilo con, addosso, la T Shirt, argomento del contendere

Dopo averlo visto, la sua insegnante lo ricoprì con una polo finché sua madre non venne a riprenderlo.
La madre si scusò e ammise la sua "ingenuità", il caso si sarebbe chiuso qui ... Ma, allertato dalla scuola, il sindaco di Sorgue, Thierry Lagneau decise di mettere a parte del caso il procuratore della Repubblica di Avignone. "Mi sembrava una circostanza abbastanza seria. Avrebbe potuto turbare l'ordine pubblico in città. E' chiara l'allusione espressa in questa maglia". 

Zeyad Bagour, lo zio che ha concepito questa t-shirt per il piccolo Jihad, non si nasconde dietro a un dito.
"Sì, non è questione anodina. Giocavo con le parole. Era umorismo, un po' di provocazione ...
 Visto che il piccolo è "nato il 11 settembre", come è scitto sulla maglietta e che Jihad è un nome classico della tradizione arabo-musulmana," E' uno scherzo che andato storto,
La madre del p
iccolo è ben lontana dall'essere un'islamista radicale", dice Bernard Senet, un membro del Movimento contro il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli (MRAP) nel Vaucluse che ha lanciato una petizione per sostenerla. "Lei non indossa il velo. E' più il tipo da avere i tacchi alti e il trucco. E quando lei ha scritto '''Sono una bomba su una t -shirt, intendeva piuttosto nel senso che sono una bomba del sesso ..."
Nella piccola città di Sorgue, Bouchra Harrat, la madre del bambino ebbe il sostegno dei comunisti eletti che puntano allo sfruttamento politico di tutta la vicenda. "Una volta effettuati i controlli, il sindaco dovrebbe ritirare la sua denuncia" - sosteneva Vivian Point eletta nelle liste comunista - "Non l'ha fatto per interesse politico ..."

Thierry Lagneau, sindaco della città da tre anni, fronteggia una forte opposizione del Fronte Nazionale. Sorgue è nella Vaucluse, la città in cui il FN ha il punteggio più alto nelle ultime elezioni presidenziali. "Siamo nel regno di Marion Maréchal Le Pen prosegue Bernard Senet (MRAP), che, inoltre, potrebbe candidarsi alle prossime in Avignone. Se il sindaco ha fatto tutto questo, é stato per non lasciarle il campo libero". 

Di fronte a queste affermazioni Thierry Lagneau si è detto "inorridito" dalla reazione del MRAP. "Questa associazione dovrebbe piuttosto sostenere me nel mio atteggiamento".

I titoli dei giornali in queste ore più o meno recitano così:


La Corte d'Appello di Nimes condanna madre e zio a pene detentive sospese e multe per aver fatto indossare ad un bambino di tre anni una maglietta su cui era scritto "Sono una bomba," e " Jihad ".

Il tribunale francese Venerdì ha inflitto ammende e pene detentive sospese per madre e zio, per mandato un bambino di tre anni a scuola indossando una maglietta con la scritta "Sono una bomba" e "Jihad, nato il 11 settembre". Entrambi gli imputati sono stati condannati per apologia di reato. La madre a un mese di reclusione, pena sospesa e una multa di € 2000. Suo fratello due mesi di carcere sospesi e una multa di 4000 euro. 
La Corte d'Appello di Nimes è andata al di là delle richieste del pubblico ministero che aveva chiesto soltanto pene pecuniarie. La corte ha anche accordato 1000€ di risarcimento al comune di Sorgue, la città in cui il bambino è stato iscritto, e 1.000 euro di spese legali.
La difesa ha definito la decisione "sorprendente" e sta valutando se ricorrere alla Corte Suprema.
Nel processo dell'aprile scorso, i due imputati, erano stati assolti. Il pubblico ministero si era appellato contro tale decisione:

"Viviamo un'epoca strana. Stiamo assistendo alla rievocazione disinibita del terrorismo. Non vorrei mai vedere quel tipo di iscrizione nella scuola o nei tribunali". aveva detto il pubblico ministero.
"Io non vedo il male," aveva detto allora lo zio. "Il termine 'Sono una bomba' viene utilizzato da tutti anche per definire una bomba sexy. Per quanto riguarda il nome 'Jihad', nato il 11 settembre', è davvero il suo nome e il suo compleanno." 

Sulla stampa europea non ho visto ancora nessuno che si occupi del bambino, che continua ad essere mostruosamente oggetto a cominciare dal nome per finire all'interessamento mediatico - politico.

20 settembre, 2013

Donne filosofe, molestie sessuali - Il clima di ansia maschile che galleggia nei corridoi

L'esasperazione delle Donne Filosofe
Un caso di molestie sessuali che coinvolge un filosofo di primo piano riapre il dibattito sul ruolo delle donne nell'università.

Il caso ha animato il mondo accademico americano per tutta l'estate. 
Colin McGinn, eminente filosofo del linguaggio, ha dovuto lasciare il suo incarico presso l'Università di Miami, a fine luglio, accusato di molestie sessuali da una sua allieva. Le avrebbe inviato diverse email contenenti proposte licenziose. Si è difeso invocando la sua superiore conoscenza delle sottigliezze linguistiche che, secondo lui, sono sfuggite alla sua giovane allieva. 
Lo scandalo ha almeno avuto il merito di rivelare un problema che non è nuovo. Nei dipartimenti di filosofia, gli insegnanti e gli studenti hanno una vita dura. Per tutta l'estate, le lingue si sono sciolte su blog e forum per denunciare un sessismo ambientale. 
Di fronte a quest'onda in piena, il "New York Times"(vedi) ha addirittura scelto di aprire le sue pagine a cinque donne filosofe. 
La constatazione è amara, e unanime. 
"Gli Uomini dovranno cambiare le loro abitudini"
"Negli Stati Uniti, solo il 17% dei filosofi dipendenti a tempo pieno sono donne", 
dice indignata Jennifer Saul sul suo blog "Che cosa si prova ad essere una donna in filosofia?". 
Laureata a Princeton, ha diretto il dipartimento di filosofia presso l'Università di Sheffield, in Inghilterra. Ha creato questo blog il 2010. 
"Non ero preparata a quello che è successo: quasi subito, il blog è stato invaso da storie di molestie sessuali
Da allora, ha instancabilmente denunciato l'impunità dei  i colleghi colpevoli che agiscono alla vista (e l'udito) di tutti, apertamente con la complicità delle istituzioni accademiche. 
McGinn, dal canto suo, non ha impiegato molto per ricevere sostegno. Ad Harvard, Steven Pinker ha scritto una lettera al Dipartimento di Filosofia presso l'Università di Miami. Con enfasi, ha lamentato le sue dimissioni e ha detto a nome del suo dipartimento di psicologia che il licenziamento "rischia di ostacolare la comunicazione tra docenti e studenti, l'apertura e la spontaneità da cui tutta la scuola dipende." 
Louise Antony, professoressa di filosofia presso l'Università del Massachusetts, dubita dalle colonne del "New York Times" del fatto che considerare una conversazione lubrica come un grave reato, sia una minaccia per l'educazione. "Non siamo forse un po 'Catastrofisti?" 
e ironizza: 
la reazione surriscaldata di Pinker sugli eventi in Florida è sintomatico del clima di ansia maschile che galleggia nei corridoi dell'accademia. Ascolto spesso uomini stressati spiegare "tutto questo pasticcio" delle norme contro le molestie sessuali che potrebbe avere conseguenze sulla loro vita come:  
"Allora non posso nemmeno dire ad una donna che è carina?" 
Ho sentito in sala professori: 
"tenete la porta aperta quando parlate con una studentessa, non si sa mai cosa lei dirà più tardi." 
E' Louise Antony a mettere le cose in chiaro: sono pochi i casi, messi sotto esame, di deposizioni e accuse di molestie sessuali. Al contrario, dice, quasi tutte le donne nella professione potrebbero dare quattro o cinque esempi di comportamento maleducato di insegnanti maschi passati totalmente inosservati.
"Qual è il vero problema? La vera preoccupazione degli uomini è che essi dovranno cambiare le loro abitudini. Ci pensino due volte prima di flirtare con le dottorande piuttosto carine durante le lezioni." 
Louise Antony ironicamente conclude con consigli ai ragazzi impertinenti: guardate le colleghe negli occhi durante una conversazione, riconoscete i danni da molestie sessuali sulle studentesse ... "Qualunque cosa facciate, non venite a raccontarmi che il costo della vostra vigilanza rafforzata sarà la perdita di relazioni educative "aperte e spontanee." Io non me la bevo." 
"Sei troppo giovane e troppo bella per essere una filosofa"
Nel 2003, la percentuale di donne insegnanti a tempo pieno nel settore è stata del 16,6%, circa 13.000 filosofi recensiti. Quest'anno, il 27,1% degli studenti sono donne. Sally Haslanger, ancora sul "New York Times", preferisce riderci su: Molte di noi hanno l'esperienza di sentirsi chiedere da un vicino, per esempio, in aereo, 
"Che cosa fa nella vita" (...) Quando dico che sono una filosofa, la reazione è regolarmente una risata. Una volta, ho chiesto al mio interlocutore perché ridesse, e la risposta è stata: "Vedo filosofi come vecchi barbuti, cosa che tu non sei. Tu sei troppo giovane e troppo bella per essere un filosofo".
"Sono sicura che lui lo intendeva come un complimento, nondimeno ho smesso di dichiararmi filosofa." 
Il filosofo è forse solo un uomo con la barba di Silente? Rae Langton, docente di filosofia presso l'Università di Cambridge, vede in questa caricatura un'eredità storica: lo studio della filosofia spesso inizia la sua storia con Socrate, quando vietava alle donne ostinate di iniziare un impegno vero e proprio in filosofia. E' forte la tentazione di vedere l'eredità filosofica come filiazione esclusivamente in linea maschile. 
Ergo Sum - Il Sapere Esoterico di Cartesio - LibroCosì evidenzia Rae Langton, le donne che hanno segnato la storia della filosofia sono state sfrattate dall'insegnamento della filosofia all'università. Come la principessa Elisabetta di Boemia, che nella sua corrispondenza con Cartesio oppone un'obiezione rilevante per il sistema cartesiano. 
O come Maria von Herbert, stranamente assente da recenti biografie di Kant, lamenta Rae Langton, che causò meditazioni profonde nel filosofo.
"Con tali omissioni, lasciamo cadere i filosofi del passato, presente e futuro. Noi alimentiamo gli stereotipi e i pregiudizi che Cartesio disprezzava."

19 settembre, 2013

Basta con queste dee, dateci delle troie

Ne dee nè schiave! 
Un'Ong denuncia la violenza contro le donne, mostrando dee indù con segni di percosse. 
Le immagini hanno un vero e proprio successo su internet, ma in India sono tutt'altro che d'accordo.
Save Our Sisters- Abused Goddesses
Il 6 settembre, l'ONG "Save Our ​​Sisters", che lotta contro il traffico di donne, ha lanciato una grande campagna di sensibilizzazione sui media. Si è così scoperto che diverse dee indù incarnate da manichini sono apparse mascherate da oggetti di violenza e percosse. 
I media internazionali e le reti sociali hanno accolto con favore l'iniziativa, ma alcuni indiani non hanno apprezzato affatto.
Nishita Jha - Google+

Giornalista Nishita Jha (twitter) si chiede, nelle pagine della rivista Tehelka, se non vi sia altro modo per parlare e denunciare l'argomento.

La sua collega Praneta Jha (twitter) ha detto al quotidiano Hindustan Times che:

Praneta Jha 
Google+
"mettere le donne su un piedistallo come sorta di divinità fa altrettanto male che rappresentarle come oggetti sessuali. Entrambe le rappresentazioni disumanizzano le donne. [...] imprigionarle in rappresentazioni ideali è una delle più antiche strategie patriarcali - se poi non corrispondono a questa idealizzazione, allora, è considerato accettabile 'punirle' e stuprarle. Si potrebbe dire che questa campagna adotti stereotipi per sensibilizzare ed incidere sull'opinione pubblica, ma così facendo, rafforza in maniera capziosa questi stereotipi."
sul settimanale Open, l'niversitaria Brinda Bose è ancora più caustica. Lei spiega che la campagna sulle "'Dee percosse' ha un effetto devastante sulla violenza domestica, è terribile e terrificante. Divinizzare le donne, le priva della loro individualità, sessualità e potere. Aggiunge che "avrebbe avuto molto più rispetto per una campagna che avesse mostrato una prostituta in periferia ferita da un cliente." E ha concluso: 
"Basta con queste dee, per favore dateci delle troie».

18 settembre, 2013

Innovazione e Tecnologie in digitale - il comunicato della Regione: i cinema ammessi al finanziamento - Al Cinema Sidion di Gravina circa 30.000 euro

comunicato stampa

Regione PugliaURP Comunica
Mar, 17 Settembre 2013 @ 16:53
Categoria : News


Avviso pubblico Innovazione e Tecnologie in digitale delle sale cinematografiche:

graduatoria
Approvata, con il provvedimento dirigenziale n.181/2013 del Servizio Cultura e Spettacolo, la graduatoria definitiva dei progetti finanziati a valere sull’Avviso pubblico Innovazione e Tecnologie in digitale delle sale cinematografiche 2013. 
Approvazione graduatoria definitiva

Allegato A: Graduatoria delle domande ammesse e finanziate e graduatoria delle domande non finanziate per esaurimento dotazione finanziaria

Allegato B: Elenco domande non ammesse
L'Avviso pubblico: è stato approvato con la determinazione dirigenziale n. 32/2013 del Servizio Cultura e Spettacolo, pubblicata nel bollettino ufficiale regionale n. 40 del 14 marzo /2013.
____________
Cinema Sidion - Logo  design beppedeleonardis photo Sidion.jpgal Cinema Sidion di Gravina vanno circa 30.000,00 euro

17 settembre, 2013

E' un uccello, un aereo...? No è un drone. Allora spara...!

Che si dichiari aperta la caccia ai droni. L'idea si é fatta strada negli Stati Uniti. 

https://denver.cbslocal.com/2013/08/05/ordinance-would-allow-for-drone-hunting-in-deer-trail/Una città del Colorado potrebbe presto consentire la caccia ai velivoli del governo degli Stati Uniti ai titolari di un permesso dal costo di appena 25$. 

Questa singolare progetto parte da un cittadino incazzato contro la "società della sorveglianza". Se il comune di Deer Trail (circa 600 ab.) approva la proposta presentata da Phillip Steel, gli appassionati di tiro al bersaglio possono abbattere con armi calibro 12 velivoli senza pilota che volino a meno di 300 metri di altezza. 

Inoltre se i cacciatori potranno produrre parte o detriti di fusoliera riceveranno un bonus di 100$
"Dovranno danneggiare la parte anteriore o posteriore del drone, ma non entrambe", dice il testo. 
"E' illegale? Certo, ma è anche illegale spiare i cittadini degli Stati Uniti" s'infiamma Phillip sulla CNN

Da quando i mezzi di comunicazione si sono scatenati sulla notizia, la città è inondata di domande di autorizzazione. La Caccia ai droni nemici fa vendere i documenti che l'autorizzano 
"all'interno dello spazio aereo sovrano di Deer Trail," 
La licenza riporta, in ottima stampa, ed in caratteri piccoli le parole 
"potrebbe non essere riconosciuta da comuni, stati e governi tirannici," 
e poi la firma del sindaco. 

SWAT team members are posted next to a ShadowHawk drone in Texas. Worried about violations of civil liberties, at least 19 states are considering limits on how the unmanned craft can be used. (Vanguard Defense Industries via Associated Press)
Trovata pubblicitaria o manifesto contro IL GRANDE FRATELLO? Il progetto, in particolare, irrita la Federal Aviation Administration che avverte: Il tiro al drone può causare collisioni a mezz'aria, danni di varia natura, suolo compreso.


Il popolo di Deer Trail lo ammette: non ha ancora visto un solo drone sorvolare il loro villaggio. Si tratta di un "attacco preventivo", sostiene il signor Steel (trad. Acciaio) nelle pagine del Washington Times.

16 settembre, 2013

I suoni della città e la sua identità

Ho parlato spesso in passato con alcuni amici dei suoni della nostra città. Gravina da qualche tempo li ha cambiati, così come tante altre, suppongo. Chi vi ha vissuto per almeno 15 anni avvertirà una sensazione di estraneità rispetto ad una sorta di identità sonora sedimentata nel tempo. Fino a qualche tempo fà potevi chiudere gli occhi e riconoscere piazze, vie e claustri.
Intanto la gente grida molto di più, come se volesse far sapere a tutti i costi i propri affanni, come ad un mercato, si sarebbe detto una volta. Ma la cosa strana è che i venditori non gridano più, soverchiati, forse da una canea latrante più che mai, cui fanno da contrappunto le varie manifestazioni pubbliche a suon di megawatt. Sarebbe stato molto interessante se, a partire da me, qualcuno avesse conservato alcune vestigia del passato per confrontarle con il presente.  
Photo courtesy of the artist
Emeka Ogboh  (Lagos, Nigeria)
Ne parlo oggi dopo aver letto del PROGETTO "Lagos Soundcapes" di Ogboh
Nato nel 1977 a Enugu, nel sud della Nigeria, Emeka Ogboh vive e lavora a Lagos. Secondo un principio già adottato da artisti di Londra e Chicago, cammina per le strade della sua città d'adozione, attrezzato con microfoni e un registratore digitale per catturare i suoni che giudica caratteristici della megalopoli: grida sincopate dei venditori, di conduttori di autobus, concerti di klacsons, voci di passanti ... tutti elementi essenziali per una mappatura sonora della città. 
All'estero, Emeka Ogboh ama esporre le sue Soundscapes, o paesaggi sonori, in luoghi pubblici inaspettati, come di fronte alla Manchester Art Gallery, sul marciapiede o la biblioteca pubblica a Colonia.
"Voglio vedere come il pubblico reagirà a questi strani suoni che riecheggiano in strada - un po 'come un immigrato che arriva in un nuovo posto," dice Emeka Ogboh.

Al giornalista che gli chiede cosa lo attragga di questa città?: Emeka Ogboh risponde di esserne profondamente radicato come tutti coloro che vivono lì. 
E 'impossibile ignorare l'effetto pervasivo di Lagos. Dal momento in cui si sveglia al momento di coricarsi, la città ha la sua influenza su di te. Lagos è una città vivace dove nulla è prevedibile. Le cose si stanno evolvendo ad un ritmo veloce e costante. E' l'imprevedibilità di Lagos che alimenta il mio lavoro.'
 

... Una delle prime impressioni prodotte dalla città è l'intensità dei suoi paesaggi sonori. Per coloro che sono arrivati ​​per la prima volta, soprattutto dall'emisfero nord i suoni della città che invadono i timpani può essere aggressivo. 



Il mio é fondamentalmente un lavoro in corso. I suoni della città sono naturalmente costantemente variati dall'inizio del progetto. Nuove strutture sono nate, altre sono state smantellate. Questo processo ha avuto un impatto significativo. I venditori ambulanti, per esempio, sono stati banditi dalla maggior parte delle strade appena rinnovate, svolgevano un ruolo importante in Lagos Soundscapes. Con il piano del governo di estendere il BRT [sistema di bus con corsie riservate], è solo una questione di tempo, e i Danfos [minibus] scompariranno del tutto. Che ne sarà di Lagos senza i suoi bus? La mappatura sonora (le destinazioni dei bus lanciate in vendita all'asta da conducenti) scomparirà gradualmente.


Racconta anche le reazioni contrastanti del pubblico alle sue Soundscapes, al di fuori della Nigeria. 'Lagos Soundscapes ha sconvolto un buon numero di persone e allo stesso tempo ha stimolato la curiosità di molti altri'. 


Il mio lavoro [spesso rovesciato nelle aree pubbliche, senza preavviso] è stato descritto come rumoroso e dirompente, soprattutto in alcune tranquille città europee nelle quali è stato installato. A Colonia, qualcuno ha rotto uno degli altoparlanti e la polizia è stata chiamata perché questi suoni sono stati percepiti come un fastidio. 
Ma da alcuni i Soundscapes Lagos sono stati considerati come un intervento affascinante per il colore e l'atmosfera. Le risposte più interessanti sono quelle provenienti da nigeriani che vivono all'estero. A Helsinki, uno studente nigeriano ha pensato di essere affetto da problemi psicologici nell'ascoltare i Soundscapes Lagos in un ambiente straniero. A Manchester era facile individuare tra la folla i nigeriani per la loro reazione alla struttura.

Riassumendo, Ogboh Emeka, che vive e lavora a Lagos, ha voluto ripristinare il paesaggio sonoro della città. Il suo progetto, Lagos Soundscapes, è quello di camminare per le strade e catturare i suoni che costituiscono l'identità della metropoli nigeriana. Questi ritratti compositi, realizzati con rumore di klacsons, dalle destinazioni gridate dagli autisti dei famosi bus gialli (molue), grida di venditori ambulanti, sono stati diffusi (a volte in strada) in diverse città europee. Se le orecchie occidentali hanno talvolta sofferto come a Colonia - dove un vicino di casa ha finito per rompere uno degli altoparlanti - I nigeriani nella diaspora, hanno immediatamente riconosciuto la loro città. L'artista ha anche messo questi suoni in video ipnotici, in diretta, in occasione della Giornata di Ascolto, il 18 luglio 2013.