I progressi nella ricerca sui disturbi ossessivo-compulsivi stanno rivelando i complessi meccanismi in atto nel cervello e nel corpo delle persone che ne soffrono.
Una piccola nuvola a forma di cervello e spirali apparentemente infinite appaiono sulla prima pagina dell’edizione del 14 settembre di New Scientist.
Simboleggiano i pensieri ossessivi e le azioni costantemente ripetute delle persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo, o disturbo ossessivo compulsivo: si ritiene che ne sia affetto dall'1 al 3% della popolazione.
In un lungo articolo, la giornalista Anthea Rowan, la cui figlia soffre di disturbo ossessivo compulsivo, passa in rassegna ciò che sappiamo su questi disturbi Complessi, vengono spesso fraintesi e il numero di opzioni terapeutiche è limitato.
Ma nuove speranze sono possibili perché, scrive il giornalista, “le scoperte fatte negli ultimi anni hanno permesso di sollevare il velo sui meccanismi del cervello e del corpo che li attivano, rivelando un quadro complesso che comprende la genetica, alcune reti cerebrali, il sistema immunitario e anche i batteri presenti nel nostro intestino”.
Oltre agli studi pubblicati negli ultimi anni, l’articolo elenca gli attuali lavori di ricerca sull’argomento. Ad esempio, in una pubblicazione pubblicata online a marzo e non ancora sottoposta a peer review, i ricercatori hanno identificato quindici firme genetiche associate al disturbo ossessivo compulsivo, inclusa una proteina che influenza lo sviluppo e la funzione del cervello.
Altri lavori, i cui risultati saranno presentati presto, secondo New Scientist, si aggiungono a un numero crescente di prove che dimostrano che il sistema immunitario ha un ruolo da svolgere come fattore nell'origine del disturbo ossessivo compulsivo.
Ma soprattutto questi progressi permettono di prendere in considerazione nuove cure, alcune delle quali sono già oggetto di studi clinici.
Sostanze come la ketamina o la psilocibina sembrano avere un effetto positivo in alcune persone con disturbo ossessivo compulsivo. 'Tuttavia, la dipendenza della ketamina e i suoi effetti collaterali fanno sì che non si tratti di una soluzione miracolosa', insiste il giornalista.
Anche altre tecniche basate sulla stimolazione cerebrale sembrano promettenti, mentre alcune stanno esaminando la via della dieta. Modificandolo si potrebbe provare a intervenire sulla flora intestinale, anch'essa coinvolta in questi disturbi.
Trevor Robbins, uno dei ricercatori specializzati in disturbo ossessivo compulsivo, citati nell'articolo, è ottimista sulla prospettiva di avere trattamenti efficaci per curare questi disturbi che avvelenano la vita di chi ne soffre.
'Il disturbo ossessivo compulsivo non è una malattia neurodegenerativa in cui si perde il cervello', afferma. Si tratterebbe piuttosto di una sorta di “squilibrio” riparabile.
“Sapere che ci sono soluzioni alla mia portata che possono alleviare il disturbo ossessivo compulsivo mi aiuta molto”, conclude la figlia del giornalista del New Scientist. Mi fa sentire come se potessi riprendere il controllo.