Dopo il meritato successo conseguito a Roma, Salvatore Digennaro, insignito del primo premio dal centro di poesia contemporanea (vedi), più noto come Ugo, scrittore, regista, impareggiabile ed eclettico autore del Murgia film festival, dimenticato dalla miope politica culturale della sua città, Venerdì presenta il suo libro QUASICOMENERUDA alla biblioteca Finya.
Il poeta e cantautore Salvatore Digennaro si confronta (fuori tempo massimo?) con Neruda, ma è evidente in questa raccolta che il canto generale ha lasciato il posto a un caos generale (linguistico prima che politico-sociale) in cui l’unico elemento di stabilizzazione del logos è paradossalmente il pathos...
...La dimensione della reversibilità, che fa capolino nel palindromo «ero malato, crepo per cotal amore», si rivela una variante della cantabilità, intesa come soggezione del senso al ritmo, della narrazione al montaggio, della figurazione all’action painting, del dato alla sua infinita processualità.
Perché, se fosse ancora possibile fare poesia nell’epoca della computabilità informatica di tutti i significanti, essa sarebbe «digitale purpurea»: rossa quasi come Neruda, ma disperatamente votata al karma della virtualizzazione.
...La dimensione della reversibilità, che fa capolino nel palindromo «ero malato, crepo per cotal amore», si rivela una variante della cantabilità, intesa come soggezione del senso al ritmo, della narrazione al montaggio, della figurazione all’action painting, del dato alla sua infinita processualità.
Perché, se fosse ancora possibile fare poesia nell’epoca della computabilità informatica di tutti i significanti, essa sarebbe «digitale purpurea»: rossa quasi come Neruda, ma disperatamente votata al karma della virtualizzazione.
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