Un sondaggio rivela che solo un quarto delle ragazze e dei ragazzi delle scuole superiori giapponesi si sono scambiati il primo bacio sulle labbra.
Un dato che mostra un grave calo dopo i confinamenti legati al Covid-19, ma che conferma una tendenza di fondo da vent’anni.
È questa la fine dei baci? Si interroga la stampa giapponese, dopo la pubblicazione, martedì 5 novembre, degli ultimi dati di un'indagine nazionale sulla sessualità dei giovani realizzata dall'Associazione giapponese per l'educazione sessuale dal 1974.
Apprendiamo che, per il periodo 2023 -2024, appena “un quinto degli studenti delle scuole superiori [ragazzi, sotto i 18 anni] hanno già sperimentato il loro primo bacio, la cifra più bassa mai registrata”, annuncia il quotidiano Mainichi Shimbun.
Le ragazze sono chiaramente più intraprendenti, dal momento che il 27,5% di loro si è già scambiato un bacio sulla bocca, il che equilibra il tasso generale al 25,15%.
Ma, per entrambi i sessi, le cifre hanno visto un calo a partire dagli anni 2000, che ha subito un’accelerazione negli ultimi sette anni – meno 11 punti percentuali per i ragazzi e meno 13,5 punti per le ragazze.
Non sorprende che scenda anche il tasso di studenti delle scuole superiori che hanno fatto sesso, al 15% per le ragazze e al 12% per i ragazzi sotto i 18 anni.
In Francia, ad esempio, più della metà dei diciassettenni ha avuto un rapporto sessuale per la prima volta, una cifra stabile da due decenni e l'età del primo bacio è più di 13 anni e mezzo.
Interrogato dal Mainichi Shimbun, il sociologo Yusuke Hayashi, dell’Università di Musashi, a Tokyo, ritiene che questo declino tra i giovani giapponesi possa essere spiegato
“dalla combinazione di chiusure di stabilimenti e gesti di barriera imposti durante la pandemia di Covid-19 un momento delicato in cui gli studenti delle scuole medie e superiori iniziano a interessarsi alla sessualità”.
'D'altra parte, rassicura il quotidiano, la percentuale di persone che praticano la masturbazione è in aumento in tutte le categorie demografiche, raggiungendo nuovi record per gli studenti delle scuole superiori in generale e per le universitarie in particolare'.
Quindi non tutto è perduto.
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