I ricercatori hanno studiato l'attività cerebrale in stato di veglia per capire perché il sonno è spesso così disturbato quando uno passa la sua prima notte in un posto straniero.
In un ambiente poco familiare, il sonno spesso si fa attendere. È discontinuo e dura meno tempo rispetto al solito. Questo fenomeno ha anche un nome: "effetto della prima notte" ed è stato oggetto di un studio pubblicato il 21 aprile sulla rivista scientifica Current Biology.
Analizzando il cervello di 35 pazienti addormentati utilizzando tecniche di brain imaging avanzate, i ricercatori della Brown University (Rhode Island, USA) hanno evidenziato un fatto senza precedenti: nel sonno profondo, durante la prima notte in un ambiente estraneo, l'emisfero sinistro è più sveglio rispetto al destro. Con l'aiuto di stimoli esterni come suoni, questa parte del cervello gioca un ruolo watchdog (cane da guardia).
Secondo un ricercatore, Masako Tamaki, citato da Time Magazine: "L'ambiente è così insolito che probabilmente si sente la necessità di un sistema di monitoraggio, pronto a rilevare ogni evenienza insolita".
Secondo un ricercatore, Masako Tamaki, citato da Time Magazine: "L'ambiente è così insolito che probabilmente si sente la necessità di un sistema di monitoraggio, pronto a rilevare ogni evenienza insolita".
La specie umana, inoltre, non ha il monopolio di questo riflesso protettivo, rilevato anche negli animali, compresi i mammiferi marini e gli uccelli.
"Lo studio solleva molte domande senza risposte", aggiunge Time. "I ricercatori ancora non sanno perché questo effetto nell'emisfero sinistro e non nel destro". Una cosa è certa però: questo fenomeno è passeggero: appare solo la prima notte trascorsa in un luogo straniero.
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