I ricercatori pensano di sapere perché questo saltatore di Alfort faccia una verticale sulla testa e cammini "in piedi" sulle zampe anteriori, a testa in giù. La loro scoperta potrebbe forse aiutare a curare i deficit motori umani.
I ricercatori pensano di sapere perché faccia una verticale sulla testa e cammini "in piedi" sulle zampe anteriori, a testa in giù. La loro scoperta potrebbe forse aiutare a curare i deficit motori umani.
Ma perché mai questi conigli camminano sulle zampe anteriori? La domanda è sorta sin da quando i veterinari osservarono per la prima volta questa strana andatura del saltatore Alfort nella periferia di Parigi nel 1935.
I ricercatori ritengono di aver trovato una risposta, che descrivono su Plos Genetics il 25 marzo.
Questi animali non eseguono questo tipo di acrobazie per divertire gli astanti; una mutazione genetica sarebbe la causa.
"La mutazione provoca la disfunzione delle cellule nervose che coordinano i messaggi inviati dall'intero corpo ai gruppi muscolari, essenziale per un'andatura equilibrata", spiega Smithsonian Magazine.
In altre parole, senza entrare troppo nel dettaglio, questa mutazione si traduce nell'assenza di un inibitore - che impedisce l'attivazione di alcune cellule nervose - che induce i conigli a flettere troppo alcuni muscoli, sollevando le zampe posteriori più di quanto non dovrebbero.
Questo risultato è coerente con altri lavori effettuati negli ultimi dieci anni su topi e cavalli in particolare, scrive Science.
Il gene coinvolto fornisce indizi su come il midollo spinale ci induca a camminare, saltare e persino stare in piedi.
Insieme, questi studi dipingono un quadro che può aiutare a capire come si muovono tutti i vertebrati, compreso l'uomo.
Per Stephanie Koch, una neuroscienziata che non ha partecipato allo studio sui conigli ma lavora sull'andatura dei topi, questi risultati sono "sorprendenti ed entusiasmanti".
Ad esempio, spera che possano aiutare a trattare i deficit motori umani come la malattia di Charcot-Marie-Tooth, una malattia del sistema nervoso caratterizzata da debolezza muscolare.
"Capire come interagiscono tutti i componenti del sistema nervoso è una vera sfida", afferma Sónia Paixão, neuroscienziata presso il Max Planck Institute of Neurobiology, in Science, che non è stata coinvolta nello studio.
Tuttavia, la rivista scientifica insiste: "Attraverso questo articolo che mostra i progressi fatti su questo coniglio, ci rendiamo conto che il progresso è ora possibile grazie alla combinazione di studi su sviluppo, genetica e comportamento”.
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