Scattarsi una foto aiuta a diventare più consapevoli del nostro ambiente, secondo un esperimento condotto da ricercatori californiani.
Potrebbe il selfie non essere una semplice pratica egocentrica come sembra?
Lo dimostra un esperimento condotto da Dacher Keltner, psicologo dell'Università della California a Berkeley, e Virginia Sturm, neurobiologa dell'Università della California a San Francisco, riportato da Mashable.
Descritto nel dettaglio nel libro Awe. The New Science of Everyday Wonder and How It Can Transform Your Life, questo studio mostra la correlazione tra scattare una foto di te stesso e sentirti 'meraviglioso'.
L'esperimento è andato così: i ricercatori hanno chiesto a due gruppi di individui di fare passeggiate settimanali per otto settimane, scattandosi selfie. Solo al secondo gruppo è stata data un'istruzione in più: trasformare queste passeggiate in “esperienze incantate”, facendo emergere la loro “capacità di meravigliarsi come bambini”.
I ricercatori hanno voluto osservare se i camminatori consapevoli delle loro 'esperienze incantate' mostrassero segni di felicità sui loro volti. 'La risposta è stata sì, ma Keltner ha fatto un'altra scoperta più sorprendente', riporta il sito americano.
“Mentre durante queste passeggiate le persone occupavano sempre meno spazio nei loro selfie, scivolando gradualmente verso i bordi dello scatto. Il loro volto sorridente era meno importante ed era l'ambiente che veniva messo maggiormente in risalto”, spiega Keltner, sempre citato da Mashable.
Insomma, i selfie in questione rappresentavano 'una chiara prova di autocancellazione e un'accresciuta consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande di se stessi'.
Mashable collega questa conclusione alla tendenza dei 'selfie 0.5', emersa nel 2022. Questa pratica è stata guidata in particolare dagli obiettivi ultra grandangolari degli ultimi smartphone, che producono un'immagine in cui il soggetto è leggermente distorto. Il seflie si trova così desacralizzato.
“Devi essere sovversivo nel modo in cui ti presenti”, analizza Alice Ophelia, autrice di High Tea, newsletter dedicata alla cultura della Generazione Z.
“Culturalmente, il classico autoritratto dominava già ben prima dell'arrivo degli smartphone, ricorda il sito specializzato in social news. L'evoluzione naturale è verso un selfie più autentico e meno egoistico, un modo per allinearsi meglio con il mondo'.
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