Uno studio porta ad associare un sentimento al famoso sorriso della Gioconda. I partecipanti sono stati unanimi.
Il sorriso enigmatico della Gioconda è quello di una donna "felice" hanno sentenziato, tagliando corto, gli scienziati dopo aver analizzato la percezione della sua espressione su un campione di persone.
Il fascino mondiale del famoso dipinto di Leonardo da Vinci (1452-1519) attiene in particolare all"ambiguità dell'espressione sul suo volto", dice uno studio pubblicato venerdì in Scientific Reports di Nature, nel quale si ritiene che si sia riusciti a dissipare alcune parti del mistero: "Mona Lisa is always happy – and only sometimes sad (Monna Lisa è sempre felice - e solo qualche volta triste)".
I ricercatori hanno presentato a dodici partecipanti una serie di immagini in bianco e nero che rappresentavano il sorriso della Gioconda con lievi variazioni nella curvatura delle labbra.
Diverse immagini di queste sono state presentate in disordine (il vero sorriso, quattro con gli angoli del labbro sollevato, evocanti la felicità, quattro con le posizioni delle labbra che esprimevano tristezza). Questo per trenta volte.
"Dopo le descrizioni dell'opera da parte di storici dell'arte, ci aspettavamo che l'originale risultasse il più ambiguo", ha detto Juergen Kornmeier, esperto di neuroscienze presso l'Università di Friburgo (Germania ) e co-autore dello studio. "Con nostra sorpresa, i partecipanti hanno percepito l'originale come felice in quasi il 100% dei casi".
I ricercatori hanno riconosciuto che il loro studio si è concentrato solo sulle gradazioni che vanno dalla tristezza alla gioia e non hanno esplorato altri tipi di emozioni che possono partecipare al mistero di quel sorriso.
Nel 2005, all'Università di Amsterdam alcuni studiosi avevano pensato di decifrare il sorriso della Gioconda con un metodo diverso con risultati più contrastanti.
Il dipinto era stato esaminato con un software di riconoscimento delle emozioni. L'algoritmo aveva preso in considerazione le principali caratteristiche del viso, come la curvatura delle labbra o le zampe di gallina intorno agli occhi, ed era stato messo in contatto con sei tipi di emozioni di base.
Il software aveva concluso che il sorriso di Monna Lisa fosse per l'83% felice, il 9% disprezzo, il 6% impauritoa e il 2% collerico.
Il ritratto, probabilmente iniziato a Firenze intorno al 1503, sarebbe quello di Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, un mercante fiorentino di tessuti, il cui nome femminilizzato valse il soprannome di Gioconda. Una parola che suggerisce anche ... gioiosa.
1 commento:
Leonardo che con la sua arte che produsse diversi "non finiti", nella Gioconda potrebbe aver creato un "non volto" femminile, assieme a un "non paesaggio". Un volto ideale madre di tutti i volti, a partire da quello dell’autore. Così il volto della Gioconda ci rimanda a quello di Leonardo da Vinci, oltre a contenere le conoscenze dell’autore nei campi dell’ottica, estetica, anatomia, geologia, idraulica, scenografia, pittura. Il volto femminile del dipinto conservato al Louvre è sovrapponibile all’Autoritratto di Leonardo conservato a Torino, una volta ribaltato specularmente. Per ultimo, un possibile rimando subliminale al volto sindonico, come apparve nel negativo fotografato nel 1898 per la prima volta. Anch’esso somigliante con quello dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci conservato a Torino. Questa sarebbero le ragioni profonde del fascino del dipinto e dell’iconoclastia cui è stato sottoposto nello scorso secolo. Cfr. ebook/kindle La Gioconda: uno specchio magico.
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