03 luglio, 2021

La giustizia ordina allo Stato di fare di più

Il governo francese dovrà raddoppiare gli sforzi per cercare di raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi. Una decisione senza precedenti e un nuovo tema alla vigilia delle elezioni presidenziali. 

La giustizia, giovedì, ha concesso allo Stato nove mesi per adottare misure aggiuntive per rispettare gli impegni della Francia contro il cambiamento climatico, una mossa senza precedenti che potrebbe alimentare il dibattito della campagna presidenziale del 2022. 

Interpellato da Grande-Synthe, un comune del nord che si considera minacciato dall'innalzamento del livello del mare, il Consiglio di Stato, la più alta giurisdizione amministrativa francese, ha rilevato che le attuali traiettorie della Francia non le hanno consentito di rispettare gli impegni previsti dall'accordo di Parigi

Ha quindi ordinato "al Primo Ministro di adottare tutte le misure utili che consentano di piegare la curva delle emissioni di gas serra (...) al fine di garantirne la compatibilità con gli obiettivi" della Francia nel quadro degli accordi di Parigi, cioè una Riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030. 

Il Consiglio di Stato ha dato al governo tempo fino al 31 marzo, ovvero nel pieno della campagna presidenziale, per giustificare il proprio operato. 

Toccherà poi ai magistrati "decidere se tutto va bene o se è opportuno continuare": "Se le misure sono ancora insufficienti", il Consiglio potrà infliggere una sanzione pecuniaria. 

Un processo abbastanza lungo che però non andrà a buon fine prima delle elezioni presidenziali, ma dovrebbe alimentare il dibattito sul primato di Emmanuel Macron nella lotta al riscaldamento globale. 

Questa decisione, senza precedenti in Francia, arriva subito dopo che l'Alto Consiglio per il clima (HCC) ha nuovamente stimato, martedì, nella sua relazione annuale, che "gli sforzi attuali sono insufficienti per garantire il raggiungimento degli obiettivi" della Francia. 

Nonostante un calo delle emissioni del -1,9% nel 2019 e del -9,2% stimato per il 2020, un dato eccezionale dovuto al fermo dell'economia a causa della pandemia di Covid-19. 

La traiettoria sarà tanto più difficile da rispettare in quanto l'Unione Europea si appresta a rivedere al rialzo i propri obiettivi con ripercussioni attese per la Francia, sottolinea l'HCC, organismo indipendente creato da Emmanuel Macron per valutare la politica climatica del Paese. 
Un "rilevamento non proprio contestato dal governo stesso", si legge nelle comunicazioni del Consiglio di Stato. 

Matignon e il Ministero della Transizione Ecologica avevano inoltre indicato all'inizio della settimana durante la pubblicazione del rapporto dell'HCC che il governo stava lavorando "per rafforzare gli obiettivi francesi", considerando l'annuncio dopo l'estate di possibili "misure complementari al fine di mantenere le nostre ambizioni”. 

A novembre, in una precedente fase del processo, il Consiglio di Stato ha concesso al governo tre mesi per giustificare il proprio operato. La risposta si è basata in particolare sugli effetti attesi della legge “clima e resilienza” attualmente in discussione in Parlamento e su uno studio commissionato al Boston Consulting Group (BCG), che a febbraio ha ritenuto “globalmente all'altezza” degli obiettivi. avviato dall'inizio del quinquennio. 

Ma il relatore pubblico, magistrato incaricato di formulare una raccomandazione durante l'udienza, ha sottolineato il ritardo già preso dalla Francia nel ridurre le emissioni di gas serra e, pur riconoscendo la difficoltà di "valutare un evento futuro", ha esortato i colleghi a porsi la domanda: "funzionerà?" I magistrati hanno quindi risposto negativamente, così com'è. 

Una sentenza che l'avvocato di Grande-Synthe, ex ministro dell'Ecologia, Corinne Lepage, aveva definito anticipatamente una "decisione storica". "Saremo lì per garantire che la decisione venga effettivamente applicata", ha avvertito Guillaume Hannotin, avvocato delle quattro Ong dell'"Affare del secolo", un'altra procedura contro lo Stato, che aveva aderito al dossier Grande-Synthe. 

Una nuova strategia da parte degli ambientalisti, le controversie legali sul clima si sono moltiplicate negli ultimi anni e le prime decisioni in materia sono cadute negli ultimi mesi, a danno dello Stato. 

Stesso movimento all'estero, dove anche i tribunali olandesi e tedeschi hanno recentemente disposto un aumento delle ambizioni climatiche dei rispettivi stati. 

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