Secondo i dati di un censimento nazionale, la Spagna ha più di 1.800 località con un solo abitante. Questa situazione è un tompicapo per le autorità locali e un sintomo dell '"agonia rurale" del paese.
Il fenomeno è noto da diversi anni, addirittura decenni: la Spagna rurale si sta spopolando. Tant'è che, secondo un ultimo censimento, cui fa eco il sito di notizie El Confidencial, più di 1.800 villaggi, parrocchie o frazioni sparse per il Paese hanno un solo abitante.
Secondo i media, che evocano una "agonia rurale", le comunità autonome della Galizia e delle Asturie concentrano gran parte di queste località.
"Dove prima c'erano venti persone che vivevano di agricoltura o di bestiame in cinque abitazioni sparse, spesso c'è solo una persona molto anziana o un ultimo contadino, che, avendo ereditato una fattoria, ha scelto di riprenderla".
Esistono anche piccoli gruppi di abitazioni, anche isolate, trasformate in "hotel di charme, centri ricreativi avventurosi o attività all'aria aperta o anche alloggi di lusso".
Per le autorità locali, questi villaggi con un solo abitante sono un vero rompicapo, poiché è necessario mantenere un servizio minimo: fornitura di energia elettrica, accesso alle fognature, manutenzione stradale, raccolta dei rifiuti o mezzi pubblici comuni.
“Il telelavoro, favorito dalla pandemia, potrebbe essere l'ancora di salvezza di questi luoghi morenti. Finché c'è un abitante, le infrastrutture ei servizi vengono mantenuti, per quanto degradati possano essere. Una volta che il villaggio è deserto, diventa molto più difficile rianimarlo”, spiegano i media di Madrid.
Per fare questo, molti comuni finanziano la ristrutturazione di vecchie case e offrono tutti i tipi di servizi ai nuovi arrivati. Tuttavia, le difficoltà di connessione a Internet, soprattutto nelle zone più remote del Paese, rimangono "il principale ostacolo quando si tratta di attrarre famiglie o imprese".
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