Uno studio scientifico condotto nell'arcipelago di Porto Rico dopo l'uragano Maria nel 2017 descrive come le comunità rivali di macachi abbiano adattato il loro comportamento di fronte al disastro.
Invece di lottare per risorse scarse, hanno esteso la loro rete sociale per aiutarsi a vicenda.
Nel 2017, l'uragano Maria devastò l'arcipelago di Porto Rico, uccidendo più di 4.000 persone e rimuovendo il 63% della vegetazione di Cayo Santiago, una minuscola isola nota per essere abitata solo da macachi selvatici.
Dopo lo sconvolgimento degli equilibri naturali dell'area, la popolazione di scimmie dell'isola ha apportato un cambiamento "inaspettato" nel comportamento, riferisce El País.
Nel momento in cui si pensava ad un aumento dei conflitti per il cibo e alla scarsa terra ombreggiata, un team di scienziati dell'Università della Pennsylvania ha osservato che le scimmie "hanno ampliato le loro reti sociali e la quantità di individui con cui erano disposte a condividere queste risorse limitate".
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology, conclude che la tragedia collettiva che le comunità devono affrontare le ha portate a collaborare piuttosto che a competere.
"In un contesto di maggiore concorrenza legata alla scarsità di risorse, le scimmie sono diventate più tolleranti e fraterne l'una verso l'altra", osserva Camille Testard, coautore dello studio.
Mentre il numero di individui isolati è aumentato, i legami sociali tra gruppi una volta rivali hanno avuto la tendenza a moltiplicarsi. In questo processo di "coesione di gruppo", gli scienziati sottolineano in particolare il ruolo delle femmine, che si sono prese cura dei maschi in modo indifferente.
Di fronte alla moltiplicazione dei disastri ecologici causati dal cambiamento climatico nel prossimo futuro, questa esperienza animale di solidarietà è un esempio da seguire per gli esseri umani, sottolinea il quotidiano spagnolo. La pandemia di Covid-19 è stata una prima opportunità per mettere in pratica questa solidarietà.
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