Uno studio conferma che il rumore di origine antropica si è trasformato in una cacofonia insopportabile per la vita sottomarina.
"Il dolce suono dello sciabordio delle onde può avere un effetto calmante sui vacanzieri che bivaccano sulla spiaggia, ma non sui pesci che sono costretti ad ascoltarci", osserva il sito web americano Salon.
Jacques-Yves Cousteau negli anni Cinquanta diceva negli anni '50 che la vita acquatica non ha nulla a che fare con il "mondo del silenzio".
Gli esseri umani vagano per gli oceani su navi pesanti o motoscafi veloci, conducono indagini sismiche, pescano con la dinamite, costruiscono piattaforme petrolifere o perforano il fondo del mare ... l'atmosfera sott'acqua è cambiata molto.
Tutte queste attività provocano una serie di rumori molesti che si assemblano in una cacofonia dannosa per gli ecosistemi marini.
A dimostrarlo ci ha pensato uno studio su larga scala pubblicato il 5 febbraio su Science. I 25 ricercatori che lo hanno prodotto hanno esaminato più di 10.000 pubblicazioni scientifiche sull'argomento.
Ecco la loro osservazione:
"Gli oceani sono diventati molto più rumorosi dalla rivoluzione industriale".
Questa cacofonia antropica sta modificando il comportamento di alcune specie e, "in alcuni casi, minaccia la loro capacità di sopravvivere", scrive EcoWatch.
Inoltre, la crisi climatica sta trasformando i suoni provenienti da fonti come il ghiaccio marino o le tempeste. "Questi rumori danneggiano i mammiferi marini e diversi studi dimostrano che colpiscono anche pesci, invertebrati, uccelli marini e rettili", aggiunge il sito specializzato in questioni ambientali.
"Il suono consente agli animali marini di comunicare tra loro e di orientarsi nel loro ambiente", afferma EcoWatch. Questo è particolarmente il caso dei delfini. Ma anche il pesce pagliaccio, che non vede le barriere coralline ma le sente. Un disturbo del loro ambiente acustico rischia di impedire loro di trovare la loro "casa" e di provocarne la morte.
La buona notizia, ha detto al New York Times Steve Simpson, un biologo marino dell'Università di Exeter in Inghilterra, coautore dello studio di Science, è che questa domanda non è senza risposta. “Il rumore è praticamente il problema più facile da risolvere nell'oceano. Sappiamo esattamente cosa lo sta causando, sappiamo dove e sappiamo come porvi fine".
Tra le soluzioni prese in considerazione, i ricercatori propongono che le navi evitino le aree in cui vivono creature sensibili all'inquinamento acustico, che utilizzino eliche più silenziose o che riducano la loro velocità. Le industrie come l'estrazione mineraria in acque profonde sono chiamate a ripensare al modo in cui lavorano per rendersi meno rumorose.
Al New York Times, Carlos Duarte, ecologo marino della King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita, primo autore dello studio, ha assicurato:
"Il recupero potrebbe essere quasi immediato".
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