Ricercatori francesi hanno notato che le persone con forme minori della malattia sviluppano anticorpi contro il virus.
Una 'stragrande maggioranza' di pazienti con una forma minore di Covid-19 sviluppa anticorpi che potrebbero immunizzarli 'per diverse settimane' contro la malattia, secondo uno studio dell'Institut Pasteur e dell'Ospedale universitario di Strasburgo.
Questi risultati sono 'incoraggianti' poiché si sa poco sui meccanismi di immunità al nuovo coronavirus, specialmente nelle persone con forme minori della malattia.
'Era noto che le persone con forme gravi della malattia sviluppavano anticorpi entro 15 giorni dall'esordio dei segni. Ora sappiamo che questo vale anche per coloro che hanno forme minori, anche se i livelli di anticorpi sono probabilmente più bassi', spiega in un comunicato stampa uno degli autori dello studio, Arnaud Fontanet, capo del dipartimento di Salute generale presso l'Institut Pasteur.
'Il nostro studio mostra che i livelli di anticorpi sono, nella maggior parte dei casi, compatibili con la protezione contro una nuova infezione da SARS-CoV-2, almeno fino a 40 giorni dopo l'insorgenza dei segni', aggiunge Olivier Schwartz, capo dell'unità Virus e immunità di Pasteur.
Secondo lui, 'l'obiettivo ora è valutare la persistenza a lungo termine della risposta anticorpale e la sua capacità di neutralizzare' il virus.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sabato e che il Pasteur ha comunicato martedì, è stato condotto su 160 pazienti dello staff ospedaliero dei due siti degli ospedali universitari di Strasburgo. Erano tutti affetti da forme minori di Covid-19.
Test sierologici (che mirano a rilevare i segni di un'infezione passata a fatto avvenuto) hanno dimostrato che quasi tutte queste persone (153 o 159 su 160 a seconda del tipo di test) hanno sviluppato anticorpi entro 15 giorni dall'inizio dell'infezione.
Un altro test è stato usato per determinare se questi anticorpi avessero la capacità di neutralizzare il virus.
Verdetto: 28 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, il 98% dei pazienti aveva sviluppato questi 'anticorpi neutralizzanti'.
'Questi risultati sono anche una buona notizia per le future strategie di vaccinazione', ha affermato la professoressa Samira Fafi-Kremer, capo del dipartimento di virologia degli ospedali universitari di Strasburgo e prima autrice dello studio, citata nel comunicato stampa.
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