dice nelle sue volontà testamentarie, concetto ripreso dal sindaco Alesio Valente che ha invitato la città a seguire tanto esempio e fare ognuno la propria parte.
Il busto di Ettore Pomarici Santomasi è stato scoperto il 30 settembre scorso Alla presenza del sindaco, del presidente della Fondazione che prende il suo nome, Agostino Giglio, ed il consigliere provinciale Mimmo Romita, in rappresentanza del presidente.
Vi riporto il discorso del dott. Giglio che prima di iniziare ha lamentato lo stato di degrado della zona molto spesso umiliata da immondizie e deiezioni varie:
Le foto della serata che è possibile ingrandire con click successivi
SOGNO DI UNA
VITA, VITA DI UN SOGNO
Gentili signore e signori, autorità, familiari , eredi
benvenuti a questa cerimonia ricca di emozioni e sentimenti di condivisione ed
amicizia. Questa sera rinnoviamo segni
di gratitudine e onoriamo ancora una volta il benemerito figlio di questa terra
Ettore Pomarici Santomasi. Lo facciamo attraverso un segno tangibile duraturo
nei tempi ,un segno che testimonia l’opera munifica messa in atto dall’illustre
benefattore, inaugurando un monumento a LUI dedicato, cioè ad Ettore Pomarici
Santomasi fortemente voluto e attuato da tutto il Consiglio di Amministrazione
con unanimità di intendimenti. Ma chi è
Ettore Pomarici Santomasi ?
Discendente dall’antica e nobile stirpe dei baroni di
Zangarone in Calabria Ettore Pomarici Santomasi nacque il 31 Dicembre 1854 da
Luca e Carolina Calderoni. Membro di una famiglia ricca di dieci figli fu
l’unico maschio sopravissuto.
In gioventù fu allegro ed espansivo, 1884 sposò la nobile
Maria Porro di Andria dalla quale ebbe tre figli Luca, Lina e Michele. Alla
nascita di quest’ultimo la giovane moglie morì. Nel 1902 Ettore contrasse un
secondo matrimonio con la nipote Ida Benchi dalla quale poco dopo si separò
legalmente.
I suoi tre figli morirono tutti prima di lui: unica
consolazione gioia furono le tre nipotine figlie di Michele: Carolina e le
gemelle Franceschina e Michelina.
Pur nella solitudine e nella riservatezza e nonostante i
tanti dolori che torturarono il suo animo, egli tenne in alto considerazione i
suoi parenti, gli amici i servitori e i poveri.
Non accettò cariche pubbliche tranne quella di consigliere
della locale Banca Cooperativa agraria di cui in due circostanze fu presidente
pro-tempore.
Correva l’anno 1917 quando il barone Ettore Pomarici
Santomasi, ultimo discendente della sua famiglia- sentendo prossima la fine
della sua non lunga esistenza, messa peraltro a dura prova dalle tante
avversità fisiche patite, concepì il proposito, lungamente maturato in precedenza
di dettare disposizioni testamentarie finalizzate alla costituzione di una
istituzione che perpetuasse il suo nome e servisse ad arrecare “un po’ di bene
per il mio paese”.
Dettò così il 6 dicembre 1917 quasi in punto di morte le
predette sue ferme mature volontà al Notaio Michele Popolizio, costituendo con
una cospicua quantità dei suoi beni
mobili ed immobili un legato in favore del Comune di Gravina, destinato
specificamente ed espressamente ad una scuola di agraria e di caseificio
In esito a tale legato Regio Decreto 28 novembre 1920 n. 1761
la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi fu eretta in Ente morale con relativo statuto
costituita da scuola agraria e di caseificio, museo di antichità e di
biblioteca in Gravina in Puglia.
Quando ho deciso di intitolare questo mio elogio con il
titolo “Il sogno di una vita e la vita di un sogno” è perché senz’altro Ettore
Pomarici Santomasi ha avuto un grande sogno quello di fare grande la sua città, il suo territorio pensando agli ultimi di questa sua terra perché elevassero
il proprio spirito di conoscenza e migliorassero la propria esistenza.
Questo sogno ha cominciato a diventare realtà nel 1920 ad
opera di uomini di buona volontà che hanno preso a cuore e realizzato a piccoli
e grandi passi con momenti alti e bassi la vita della Fondazione e con
costanza ed impegno.
Ecco perché il sogno di una e la vita di un sogno.
Tuttavia voglio ricordare le ragioni di questa memoria che
oggi celebriamo:la prima memoria è
personale e tutta del barone, è la sua testimonianza:bisogna spendersi per la propria città donando per
sempre il cuore.
Accanto alla memoria personale c’è la memoria collettiva che
è data dall’esistenza della Fondazione come “casa della cultura”, intesa come capacità degli uomini e donne di elevarsi
attraverso la cultura stessa perché questa dà la possibilità di diventare
uomini liberi e costruttori di libertà.
Perché la cultura fa superare gli individualismi, gli egoismi
culturali, e abbatte le barriere dei fanatismi anche quelli religiosi. Quindi diventare uomini umili.
Perché la cultura arricchendo le proprie conoscenze educa ad
avere nobiltà d’animo e sentimenti di altruismo. Quindi diventare uomini
generosi.
La celebrazione di oggi, la inaugurazione del monumento
comunque lascia al popolo di Gravina un
monito: pensare alle future generazioni attraverso il
1) Riscatto sociale mediante la frequenza della scuola agraria e caseificio;
2) La educazione morale ed intellettuale con l’istituzione di una biblioteca;
3) La conoscenza e l’ammirazione delle opere d’arte con l’istituzione di un Museo di antichità.
Egli lo ha fatto. ADESSO TOCCA A NOI.
1) Riscatto sociale mediante la frequenza della scuola agraria e caseificio;
2) La educazione morale ed intellettuale con l’istituzione di una biblioteca;
3) La conoscenza e l’ammirazione delle opere d’arte con l’istituzione di un Museo di antichità.
Egli lo ha fatto. ADESSO TOCCA A NOI.
Gravina, 30/09/2013
IL
PRESIDENTE della
Fondazione Ettore PomariciSantomasi
Agostino
Giglio
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