05 settembre, 2013

Le miss con il fucile - La cura del corpo ed il lavaggio della mente - Belle ma armate fino ai denti

Milizia e Miss India: stessa formazione
Un apprezzato e discusso documentario canadese mostra, dietro le quinte, un movimento indù estremista con reclute adolescenti. E confronta novizie ed apprendiste Miss.
Il film uscirà in India nel mese di dicembre e si prevede farà un bel po' di rumore.

E' il maggio 2010, iniziano le riprese di 'The World before here' (Il mondo prima di lei), documentario della cineasta canadese Nisha Pahuja su Durga Vahini, milizia del movimento nazionalista indù, campo di addestramento delle donne di Aurangabad (nello stato del Maharashtra, nel centro del paese). 
Il primo giorno, il team si è levato fino alle 4 del mattino, con le giovani reclute, per filmare una giornata di formazione ed esercitazioni, e registrare l'inizio della loro "trasformazione in tigri", stando alle convinzioni del presidente del movimento, Malaben Rawal
Ma la sera, la squadra è stata invitata con sua grande sorpresa, a fare le valigie, con macchine fotografiche e oggetti personali e lasciare il campo. 
"Una delle partecipanti che non erano state informate era terrorizzata dalla nostra presenza". 
Senza demordere, Nisha Pahuja, è andata a trovare i responsabili del campo dicendo caparbiamente che sarebbe rimasta a difendere con unghie e con denti questa determinazione, non avendo, peraltro, nulla da perdere, dopo due anni di preparativi con i leader del movimento. I suoi appelli sono stati finalmente ascoltati.
"Malaben ha aiutato a trovare un accordo. Ma il nostro accesso era limitato e non abbiamo più avuto i permessi per partecipare alla conferenze che si svolgevano durante il lavaggio del cervello." 
L'estenuante trattativa di dieci giorni di negoziati non avveniva, comunque, per la prima volta nella storia della Durga Vahini, il movimento aveva già cominciato a far parlare di sé nei primi anni '90. The world before her, uscito nel 2012 (in Canada 18 gen e nel 2013 in Francia), mescola scene girate in questo campo, con immagini di ragazze che hanno una vita completamente diversa: la parata per Miss India che si svolge a Mumbai. Il film, che uscirà in India nel mese di dicembre, è già stato presentato in molti festival internazionali e vinto il premio l'anno scorso per il miglior documentario al Festival di Tribeca a New York, e l'Hot Docs di Toronto.

Nelcampo di addestramento di Miss India come in quello del Vahini Durga, si cerca di rimodellare corpi e menti. "Quando ci alleniamo per due ore e mezza al caldo, prendiamo più confidenza con noi stesse" assicura Malaben Rawal alle sue reclute. E al campo di Miss India, un medico tiene una siringa di botox per abbellire volti e proporzioni "imperfette". "Se io aumento un po 'il mento e gli do del volume, sarà perfetto ... più armonioso". La mattina della consegna dei diplomi, le valigie delle reclute sono piene di specchi, pettini, archi e sciarpe color zafferano (color dell'induismo).

"Francamente, io odio Gandhi"
Il documentario della  Pahuja include anche scene più dure, come al campo di allenamento dove giovani ragazze raggianti cantano in coro: 
"Chiedi per il latte, vi daremo la kheer [budino di riso], chiedeteci il Kashmir, e vi taglieremo la gola". 
Sentita anche una leader del campo, Prachi, che durante le riprese ha detto (vedi filmato) alla telecamera:

"Francamente, io odio Gandhi (assassinato da un estremista indù nel 1948 per i suoi appelli al dialogo tra indù e musulmani]) mi piacerebbe diventare il prossimo Pragya Singh (terrorista. responsabile di attentati nel 2008). Probabilmente ne avete sentito parlare. LUI è un santo, un Sadhvi [asceta indù]".

In un'altra scena, adolescenti di 14 anni in una strada trafficata e gridano lo slogan: "Macchiate le vostre fronti di sangue e accogliete i vpstri nemici con una pioggia di proiettili."
Il film sembra suggerire che l'ideologia estremista indù offra una sorta di rifugio per i suoi seguaci.
"Io sono diversa dalle ragazze e i ragazzi della mia età e non so come comportarmi. Il Movimento indù è la mia vita", dice Prachi.
The World before her vuole dimostrare, secondo il suo direttore, "la complessità del fenomeno, senza pretendere di dare risposte."
Il merito del regista, è quello di riuscire a mostrare la funzione paradossale del campo, come rifugio per le ragazze, fisicamente e mentalmente in guerra contro gli obblighi legati al sesso - come spazio non soggetto alle regole oppressive della famiglia, anche se i benpensanti sostengono che l'educazione troppo spinta è una brutta cosa e che il dovere di una donna indù è quello di seguire l'esempio di "5000 anni fa" da donne che hanno agito in conformità con la loro "debolezza naturale".

Nisha Pahuja dice di essersi assicurata la fiducia dei partecipanti con un approccio onesto e trasparente. 
"Io non giudico. La gente non mi ha vista come minaccia. Ho sempre detto loro quello che stavo facendo. Con i fondamentalisti, sono stata davvero onesta. Ho detto loro che ciò che facevano mi poneva realmente dei problemi, ma volevo capire." 
L'atmosfera prevalente di intimità nelle scene in cui Prachi incontra la voce incorporea del regista riflette questa fiducia. A un certo punto, il regista ha chiesto se lei riconoscesse la contraddizione insita nella sua adesione a un sistema che la controlla. "Sì, lo so", risponde Prachi che sembra cercare le parole giuste. "Quello che ho in programma per la mia vita [...], questo va contro lo stesso sistema per cui lavoro."

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