"Be My Slave"
ritenute razziste
ritenute razziste
La protesta, in Pakistan, dopo la pubblicazione di una serie di fotografie scattate per la collezione di una giovane designer di moda. Lei mostra un bambino schiavo di una modella occidentale.
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I Pakistani si sono arrabbiati contro Aamna Aqeelm, giovane stilista, salita alla ribalta durante la settimana della moda in Pakistan, a Karachi nel mese di aprile.
Motivo della protesta popolare: la presentazione di "Be My Slave", che appare nella rivista Diva Magazine, con luoghi comuni considerati razzisti.
Un giornalista di moda ha pubblicato il suo pensiero (vedi tutte le foto). In effetti, si vede un ragazzo con la pelle scura utilizzato come uno schiavo e una top model di stile occidentale cui egli offre del tè, apre l'ombrello, o persino si sdraia sul pavimento dietro di lei. Argomento, sensibile, che ha fatto arrabbiare immediatamente il paese. C'è da dire che il soggetto è molto delicato in Pakistan perché razzismo e schiavitù sono ancora prevalenti.
Motivo della protesta popolare: la presentazione di "Be My Slave", che appare nella rivista Diva Magazine, con luoghi comuni considerati razzisti.
Un giornalista di moda ha pubblicato il suo pensiero (vedi tutte le foto). In effetti, si vede un ragazzo con la pelle scura utilizzato come uno schiavo e una top model di stile occidentale cui egli offre del tè, apre l'ombrello, o persino si sdraia sul pavimento dietro di lei. Argomento, sensibile, che ha fatto arrabbiare immediatamente il paese. C'è da dire che il soggetto è molto delicato in Pakistan perché razzismo e schiavitù sono ancora prevalenti.
All'Express Tribune dicono che sono "annotazioni disgustose, razziste e colonialiste, - ... Aamna Aqeel: It’s certainly not fashion!"
Un giornalista di moda ha pubblicato il suo pensiero (vedi tutte le foto)
sul suo blog con commenti incendiari: "Questa serie mi fa schifo. Giocare così rozzamente con questo tema in un paese dove il razzismo e il lavoro forzato sono problemi critici è in nessun caso accettabile o esteticamente gradevole. Si può essere l'avanguardia della moda e allargarne i confini, ma le immagini, quelle immagini mancano di gusto ed hanno anzi atteggiamento offensivo."
Aamna Aqeel si è difesa affermando che la sua intenzione era di avviare un dibattito sul lavoro minorile in Pakistan e di aver sostenuto finanziariamente la sua giovane modella provvedendo alla sua istruzione.
Ma i suoi detrattori l'accusano soprattutto di aver pubblicato le sue fotografie al fine di scioccare e attirare l'attenzione dei media verso il suo marchio.
Le immagini sono state pubblicate anche su Facebook, scatenando una raffica di commenti negativi. Molti utenti hanno detto che Aamna Aqeel era "irresponsabile", "viziosa" o "disgustosa". Il clamore è stato tale da costringere a chiudere l'account facebook.
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dal canto suo , rivista inglese, col nome simile si è affrettata a smentire di aver mai alcuna responsabilita nell'accaduto: NON SIAMO STATI NOI!
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dal canto suo , rivista inglese, col nome simile si è affrettata a smentire di aver mai alcuna responsabilita nell'accaduto: NON SIAMO STATI NOI!
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