Di fronte all’afflusso di richieste e bisogni, i robot conversazionali chiamati Violetta, Sophia o Sara forniscono una soluzione digitale alle vittime di violenza sessuale.
“El País” li presenta come un “ponte” verso i professionisti.
Violetta, Sophia e Sara sostengono le vittime della violenza di genere. Non sono assistenti sociali, ma chatbot, ai quali l'edizione americana del quotidiano El País dedica un articolo.
Inoltre, per coloro che questo termine può spaventare, “più che un chatbot, sono la tua confidente digitale”, spiega Violetta, sviluppata in Messico durante la pandemia da Floretta Mayerson e il suo team per rispondere all’eccesso di linee di assistenza.
Da allora ha aiutato 260.000 donne anonime.
Questo chatbot spagnolo, basato su un modello di machine learning supervisionato, “facilita il processo di ascolto” di migliaia di donne che si trovano ad affrontare situazioni estreme e ostacolate dalla “vergogna, dalla paura di essere giudicate e dall'assenza di un ambiente familiare che possa sostenerle nel processo di denuncia”.
In Perù, Sophia, un robot conversazionale lanciato dalla ONG svizzera Spring ACT, è diventato un importante sostegno per le vittime, soprattutto nelle regioni dove dominano le lingue indigene come il quechua.
La sua fondatrice, Rhiana Spring, precisa che Sophia “non necessita di registrazione” e che si appoggia a un database verificato, garantendo un aiuto tanto preciso quanto discreto.
Nella Repubblica Dominicana, Sara reindirizza le vittime verso rifugi e istituzioni pubbliche. 'Pensiamo che sia uno strumento potente... Le capacità educative del chatbot sono innegabili', afferma Raquel Pomares, direttrice di produzione di 1MillionBot, la società che coordina Sara e la sua equivalente honduregna, María.
Su questi temi viene sempre più utilizzata l’intelligenza artificiale (AI).
In Argentina, l’Osservatorio dei dati di genere ha sviluppato AymurAI, un’intelligenza artificiale che analizza tutte le decisioni dei tribunali relative alla violenza sessuale e di genere.
Anche la polizia di Valencia, in Spagna, sta mettendo a punto un grande progetto, AinoAid, un chatbot creato in Finlandia con fondi europei, che sarà disponibile in cinque paesi, tra cui Germania e Austria, entro la fine del 2024.
L'ispettore José Luis Diego, capo del dipartimento di innovazione della Polizia di Valencia, evidenzia la complessità della formazione dell’IA “accessibile al 100%”.
Tuttavia, queste iniziative rivelano i limiti dell’intelligenza artificiale: non possono sostituire i professionisti e il supporto umano. Questi programmi creano tuttavia “ponti” per le donne che spesso sono intrappolate in contesti di violenza e non sanno come uscirne.
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