Grazie all’intelligenza artificiale, due gruppi di ricerca sono giunti alla stessa conclusione. Nei vertebrati, affinché gli spermatozoi possano fecondare l'ovocita, devono aderirvi grazie a tre proteine.
“Per quasi tutti gli animali sulla Terra, la vita inizia con lo sperma che si fa strada verso la membrana di un ovocita”, ricorda il New York Times, e “in un modo o nell’altro, entrambe le cellule si riconoscono e si fondono”.
Grazie ad AlphaFold, lo strumento di intelligenza artificiale (AI) di DeepMind in grado di determinare la forma 3D e le interazioni delle proteine, recentemente insignito del Premio Nobel per la Chimica 2024, questo “in un modo o nell'altro” un po' sfocato viene mostrato.
“Guidati dalle sue previsioni, (due gruppi) indipendentementi (l’uno dall’altro) hanno identificato un trio di proteine situate sulla testa dello spermatozoo e che si attaccano alla superficie dell’ovocita durante la fecondazione”, riferisce da parte sua la rivista Science.
Pubblicati su Cell il 17 ottobre nell'ambito di uno studio sui pesci e su eLife in aprile per un lavoro sui mammiferi, questi risultati contraddicono l'idea diffusa secondo cui la fusione di due cellule sessuali dei vertebrati sarebbe basata sul riconoscimento di un'unica proteina del spermatozoi e una singola proteina dell'ovocita.
Come spiega a Nature Enrica Bianchi, biologa della riproduzione dell'Università di Roma Tor Vergata, che non è stata coinvolta in questa ricerca:
“Il vecchio concetto di una chiave che si adatta alla serratura per aprire una porta non funziona più. È più complicato”.
Sebbene la fecondazione sia un argomento di interesse sia per gli scienziati che per il grande pubblico, si sa molto poco su come avviene negli animali vertebrati, un vasto gruppo che include gli esseri umani.
Questo passaggio originario si rivela infatti difficile da comprendere: oltre ad avvenire rapidamente, si tratta di proteine “incorporate in una membrana di grasso” che sono “difficili da studiare con i metodi consueti della biochimica”, spiega la rivista britannica.
Per non parlare della complessità della coltura di ovociti di vertebrati in vitro o dei problemi etici legati alla fecondazione di ovociti umani, sottolinea la rivista americana Science.
Ecco perché l’aiuto dell’intelligenza artificiale è gradito e rilevante in questo campo di ricerca.
Nello studio pubblicato su Cell, “AlphaFold ha predetto che tre proteine dello sperma si combinavano per formare un complesso proteico”, afferma il New York Times.
Se “due di queste proteine erano già note per la fertilità”, l’intelligenza artificiale ne ha individuata una completamente nuova.
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