di Valerio Troiani | Pubblicato il 24 Aprile 2012 10:38
Da Galileonet
“Cosa staranno guardando?” Sarà capitato a tutti di porsi questa domanda mentre, camminando per una strada affollata, si osserva la gente puntare gli occhi verso un’unica direzione.
E probabilmente sarà successo anche agli autori dello studio appena pubblicato su Pnas, in cui, per l’appunto, ci si interroga sull’influenza che può avere la folla sulla direzione del nostro sguardo. Provenienti da Oxford, Uppsala e Princeton, diversi biologi comportamentali guidati da Iain D. Couzin hanno condotto un’analisi molto complessa che ha coinvolto oltre tremila persone, durata più di due anni.
Due gli esperimenti svolti, per tentare di rispondere anche a questi interrogativi: perché assumiamo – o non assumiamo - comportamenti simili a chi ci è vicino? Per sentirci uguali agli altri o, viceversa, per mantenere una nostra identità? Nel primo esperimento è stato utilizzato uno stimolo - cioè gruppi di persone addestrate a fermarsi e guardare la cima di un palazzo - che aveva la funzione di esca per i passanti in una spazio definito: una via dello shopping di Oxford.
Grazie all’uso di videocamere (montate sulla testa dei volontari) e a modelli matematici per l’analisi dei movimenti dei passanti, sono stati confermati alcuni dati ottenuti in precedenza ... la direzione del nostro sguardo durante una passeggiata tra la gente viene influenzato in maniera direttamente proporzionale all’ampiezza dello stimolo: più persone guardano in una direzione, più saremo portati a fare altrettanto.
L'effetto tocca un punto massimo detto di saturazione, già predetto negli studi di dinamica dei gruppi.
Nel secondo esperimento, invece, ai volontari è stato chiesto di fare finta di consultare una cartina stradale sia in una via dello shopping sia in una stazione ferroviaria. ... lo stimolo era un volontario con la cartina in mano che guardava avanti, ma non verso un punto specifico... leggi il resto
Nessun commento:
Posta un commento