La tecnologia sviluppata per distinguere i segnali di pericolo dalle galline negli enormi pollai industriali potrebbe aiutare a sorvegliare le condizioni di vita di questi animali e migliorarne il benessere.
Dopo i maiali, le galline potrebbero un giorno beneficiare dei contributi dell'intelligenza artificiale (AI). I ricercatori hanno sviluppato un programma in grado di rilevare automaticamente le grida allarmate di questi animali da fattoria.
Il loro lavoro è stato descritto il 29 giugno nel Journal of the Royal Society Interface.
Science dice che si tratta di una 'svolta che potrebbe salvare migliaia di vite agli agricoltori e milioni di dollari di manodopera'. Va precisato che le galline emettono tutti i tipi di suoni e che le loro grida di angoscia sono molto più forti delle altre.
'Anche un orecchio inesperto non ha troppi problemi a distinguerli', leggiamo sul Guardian da Alan McElligott, specialista in etologia e benessere degli animali presso la City University di Hong Kong, che ha guidato lo studio.
Il quotidiano britannico osserva che 'è impossibile collocare osservatori umani in fattorie commerciali, che hanno migliaia, se non decine di migliaia, di individui'.
Diversi algoritmi sono stati preparati utilizzando registrazioni che erano state precedentemente classificate da esperti umani per determinare il tipo di suono che rappresentavano.
I programmi sono stati quindi adattati per distinguere le grida di allarme da altre grida o rumori di sottofondo.
'Verificato su altre registrazioni della stessa fattoria, il miglior programma è stato in grado di rilevare le chiamate di soccorso nell'85% dei casi', scrive New Scientist.
'C'è ancora molto da fare perchè questo studio sia 'commercialmente applicabile nel mondo reale', si legge su Science da Marisa Erasmus, specialista in comportamento animale e benessere degli animali, della Purdue University, non coinvolta nello studio.
Tanto più che convincere gli agricoltori a dotarsi di questo tipo di strumento di monitoraggio potrebbe non essere facile.
Da parte sua, la RSPCA [Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, Society for the Prevention of Cruelty to Animals] ha accolto calorosamente questo studio, riferisce The Guardian.
“Questo tipo di tecnica può essere incredibilmente utile per monitorare e migliorare il benessere degli animali da allevamento, ma non dovrebbe sostituire le ispezioni fisiche o ridurre il contatto tra l'allevatore e i suoi uccelli. Il monitoraggio degli animali potrebbe essere meno buono, e questi più difficili da gestire”, precisa un portavoce.
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