Uno studio dell'Università di Ginevra mostra che il nostro sistema immunitario tende a essere al top all'inizio della giornata.
Scienziati dell' UNIGE e dell' Università LMU hanno dimostrato che l'attivazione del sistema immunitario è diversa a seconda dell'ora del giorno.
I risultati di questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista 'Nature Immunology', indicano che l'ora del giorno dovrebbe eventualmente essere presa in considerazione quando si somministrano vaccini o immunoterapie contro il cancro, al fine di aumentarne l'efficienza.
Più nello specifico, i ricercatori hanno scoperto che la funzione immunitaria è al massimo nella fase di riposo, poco prima della ripresa dell'attività, cioè il pomeriggio per i topi, gli animali notturni, e la mattina presto per loro.
A differenza del sistema immunitario innato (reazione a un'infezione) che reagisce immediatamente ma in modo poco mirato, il sistema immunitario adattativo (vaccini, immunoterapie) costruisce una risposta a lungo termine specifica per ciascun agente infettivo, spiega lo studio.
'Il sistema immunitario adattativo impiega settimane per formare una risposta specifica a un particolare agente patogeno, ma poi dura a lungo grazie a un meccanismo di memoria cellulare', indica Christoph Scheiermann, professore alla Facoltà di Medicina dell'UNIGE che ha guidato questo lavoro.
'Questo è in genere il meccanismo al lavoro quando si vaccina contro un virus, ad esempio'.
Gli scienziati hanno confermato con successo che il ritmo della risposta immunitaria è governato dall'attività naturale basata sull'alternanza del giorno e della notte.
Ulteriori dati indicano che se il sistema immunitario viene stimolato in momenti diversi della giornata, si verificano le stesse oscillazioni, con un picco al mattino.
Ma perché il sistema immunitario è governato da un tale ritmo?
'I ritmi circadiani (ndr: processi biologici ciclici della durata di circa 24 ore) funzionano come un sistema di risparmio energetico per utilizzare al meglio le risorse energetiche secondo i bisogni più immediati', risponde Christoph Scheiermann.
Il professore ora si chiede se questa realtà non possa essere un modo per il sistema immunitario di mettersi in allerta nei momenti in cui il rischio di esposizione ad agenti patogeni è maggiore, attraverso l'ingestione di cibo e/o le interazioni sociali.
Ciò significherebbe che potremmo essere più vulnerabili di sera e di notte?
Impossibile, per il momento, dirlo, secondo lo studio dell'Unige.
Tuttavia, l'importanza del ritmo circadiano sul sistema immunitario si sta appena cominciando a svelare e potrebbe essere importante, sia per la vaccinazione preventiva che per la somministrazione di terapie antitumorali o la gestione delle malattie autoimmuni, sottolineano gli specialisti.
Il team di Christoph Scheiermann esplorerà ora più in dettaglio la primissima fase della risposta immunitaria, quando l'agente patogeno o il vaccino entra nel corpo.
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