20 ottobre, 2021

Le “grandi dimissioni” si stanno diffondendo nel mondo?

Negli Stati Uniti, in Germania o in Cina, la carenza di manodopera si fa sentire alla fine dell'emergenza sanitaria da Covid-19. Se si deve qualificare l'aspetto globale del fenomeno, la pandemia ha infatti sconvolto il rapporto con il lavoro in molti paesi sviluppati. 

Il fenomeno della “grande rassegnazione” negli Stati Uniti potrebbe diffondersi “in tutto il mondo”, riporta il Washington Post

Mentre 4,3 milioni di lavoratori americani hanno lasciato il lavoro ad agosto e a settembre è stato raggiunto il record di 10,3 milioni di posti vacanti negli Stati Uniti, anche il numero di abitanti dei paesi membri dell'OCSE che non lavorano e non cercano lavoro è balzato a 14 milioni dall'inizio della pandemia. 

Le dimissioni interessano un'ampia gamma di settori, ma 'molti sono nei settori delle vendite e dell'ospitalità', riporta il Washington Post, lavori 'difficili e mal pagati'. 

Dall'inizio della pandemia, molte aziende hanno concesso aumenti salariali su pressione dei sindacati, che vedono nel contesto economico il vantaggio che possono trarre. 
Nonostante ciò, le aziende devono ancora affrontare una significativa carenza di personale. 

Alla Germania mancano 400.000 lavoratori qualificati, riporta il Washington Post, che rileva anche che la Cina sta affrontando la propria versione di questa 'grande rassegnazione' (tangping - diritto alla pigrizia), con l'emergere di una nuova generazione di lavoratori 'disillusi dalle prospettive. e scoraggiati dal relativamente basso salari'. 

In Vietnam, il ritorno nelle campagne degli abitanti delle città durante la pandemia di Covid-19 ha privato le grandi città di un certo numero di lavoratori che ora si rifiutano di tornare ai loro posti di lavoro. 

Ma l'aspetto globale del fenomeno resta da qualificare, precisa il quotidiano americano. La fragilità del settore informale, molto sviluppato in America Latina e nei Caraibi (dove 26 milioni di persone hanno perso il lavoro durante la pandemia), rende sempre più precari i lavoratori più poveri. 

Un sondaggio condotto tra 1.140 lavoratori tessili in Birmania, Honduras, Etiopia e India mostra che la maggior parte di questi dipendenti è indebitata e deve ora lavorare con 'condizioni di lavoro peggiori, salari più bassi. rischio sempre più alto'.

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