Venerdì il più alto tribunale di Francia ha respinto un appello del leader di estrema destra Marine Le Pen, dichiarando una caricatura che la rappresentava come escrementi fumanti non ha superato i limiti della libertà di espressione.
Chiamata in causa dal presidente dell'Assemblea nazionale (ex Fronte nazionale), la Corte di Cassazione si era riunita l'11 ottobre in sessione plenaria, nella sua formazione più solenne, per decidere su questo caso, che put dall'aspetto buffo, sottende un dibattito su una legge abbastanza seria.
I giudici hanno stabilito che 'la pubblicazione contestata non ha superato i limiti consentiti della libertà di espressione', anche se l'insulto è stato così 'caratterizzato'.
'In Francia, la Corte di cassazione ritiene che possiamo, su un servizio pubblico, trattare le donne politiche come 'cagna e troia (...) o rappresentarle nella forma di un escremento fumante', ha reagito Marine Le Pen su Twitter.
La caricatura fu pubblicata nel gennaio 2012 sul giornale satirico 'Charlie Hebdo'. C'era una cacca fumante su uno sfondo tricolore, sotto lo slogan 'Le Pen, il candidato che assomiglia a te'.
Pochi giorni dopo, Laurent Ruquier, conduttore del canale televisivo pubblico France 2, l'aveva esposto nel suo spettacolo. Marine Le Pen non aveva attaccato Charlie Hebdo, ma aveva fatto causa a Laurent Ruquier, perchè il suo pubblico era molto più vasto.
La corte lo respinse nel 2014 e 2015, prima che la camera penale della Corte di cassazione, nel 2016, avesse ordinato un terzo processo. Nel 2017 la Corte di Appello lo aveva nuovamente respinto.
Nella loro sentenza pubblicata venerdì, gli alti magistrati sostengono che la caricatura è stata mostrata da Laurent Ruquier 'con altri manifesti che parodiano ciascuno dei candidati alla presidenza, nella sequenza di una controversa questione che assomiglia a un Rassegna stampa, menzionando espressamente che questi manifesti provengono da un giornale satirico e sono essi stessi controversi'.
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