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lo abbiamo visto anche con alcune banche....
Un nuovo studio spiega come Il declino di alcuni animali minaccia la sopravvivenza dei loro predatori.
La sopravvivenza dei grandi carnivori come la tigre o il leopardo nebuloso asiatico (neofelis nebulosa) è in pericolo, secondo uno studio. Il numero di prede, il 40% sono tra le specie in via di estinzione, diminuisce a causa dell'uomo.
"Molti grandi carnivori" si trovano ad affrontare questo pericolo, secondo lo studio pubblicato oggi sulla rivista britannica Royal Society Open Science.
Si tratta in particolare di cinque specie "le cui prede sono fortemente in via di estinzione ed esse stesse sono minacciate", come il leopardo nebuloso, leopardo nebuloso del Borneo, tigri, dhole ("cane selvatico dell'Asia") e il lupo etiope.
Almeno il 40% delle loro prede sono sulla lista rossa delle specie minacciate dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Fatta eccezione per il lupo etiope, almeno l'80% delle loro prede è in declino, dice lo studio di due ricercatori della Oregon State University (USA).
A differenza dei precedenti studi, che avevano coinvolto solo prede di una singola specie di carnivori, questa prende in esame ben 17 specie di carnivori dal peso maggiore di 15 kg, dal dingo alla tigre passando per il leone e il giaguaro. In totale, 494 specie di prede sono state analizzate, delle quali il 25% sono considerate minacciate (vulnerabili, in pericolo o in pericolo di estinzione).
Circa l'88% delle prede del leopardo nebuloso del Borneo tendono verso il basso. É anche il caso della tigre (81%), del dhole (81%), del leopardo nebuloso (80%) e il leopardo (56%).
"Le principali minacce con le quali si confrontano le prede sono il cambiamento del loro habitat e la caccia", spiegano i ricercatori. Il loro habitat è alterato da agricoltura e deforestazione, mentre gli uomini danno loro la caccia per la loro carne o per ottenerne medicamenti o ornamenti.
Geograficamente, è in Asia che le prede per i grandi carnivori sono più a rischio (33%), seguito dal Sud America (22%) e in Africa (18%). Essi sono più a rischio nei paesi in via di sviluppo che nei paesi sviluppati.
"I nostri risultati dimostrano l'importanza della protezione delle prede per proteggere i grandi carnivori" riassumono gli autori, sostenendo la tesi di un "approccio globale" e non "incentrato sul predatore".
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