Perché un mollusco sopravvivrebbe a una grave crisi più di un altro? Perché è di dimensioni modeste e si accontenta di meno ossigeno, suggerisce un nuovo studio.
Gusci microscopici di plancton marino di tutte le dimensioni e forme sono allineati sulla prima pagina di Science Advances.
Mentre l'estate è in pieno svolgimento e gli esseri umani più fortunati possono godersi la spiaggia, la rivista scientifica evidenzia uno studio condotto dal ricercatore Yanli Lei, dell'Istituto di oceanografia dell'Accademia cinese delle scienze, e dal ricercatore Matthew Clapham dell'Università della California, focalizzato sui foraminiferi.
Come i dinosauri, questi minuscoli gusci furono in gran parte vittime della crisi del Cretaceo-Terziario avvenuta 65 milioni di anni fa. Solo che a differenza delle prime, alcune specie sono sopravvissute, tanto da subire anche altre crisi di estinzione di massa.
Viene da chiedersi se esistano alcuni foraminiferi più minacciati di altri.
I biologi rispondono a questa domanda in un articolo nell'edizione di Science Advances del 9 agosto. Per loro si tratta chiaramente di un “effetto Lilliput”: i foraminiferi piccoli hanno maggiori possibilità di sopravvivere rispetto a quelli grandi.
Per capirne il motivo bisogna ricordare che un foraminifero è un organismo planctonico marino costituito da un'unica cellula che produce un guscio calcareo comprendente più camere.
Secondo i ricercatori che hanno condotto il nuovo studio, “quando l'ambiente è povero di ossigeno e solfuri, l'ossigeno non è in grado di diffondersi al centro del guscio dei grandi foraminiferi”, indica un testo di presentazione.
Questo lavoro è tanto più interessante in quanto oggi stiamo osservando un calo significativo dell’ossigeno oceanico.
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