Le regioni cerebrali associate alla formazione delle abitudini sembrano essere particolarmente attive nelle persone con determinati disturbi alimentari, secondo un nuovo studio.
“L'imaging cerebrale di soggetti con iperfagia o bulimia rivela un'attività alterata nelle aree legate alla formazione delle abitudini, è verosimile pensare che si aprano nuove strade per il trattamento dei disturbi alimentari”, rivela Nature.
La rivista scientifica riporta così i risultati di uno studio pubblicato il 29 marzo su Science Translational Medicine.
Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno prima utilizzato i dati del Progetto Human Connectome per identificare la posizione del putamen sensomotorio e del nucleo caudato nel cervello umano, aree di una parte del cervello chiamata striato che, nei ratti, sono attive durante l'esecuzione di comportamenti abituali.
Quindi hanno analizzato i dati della risonanza magnetica di 34 donne con disturbi alimentari, che hanno poi confrontato con soggetti senza.
“Nelle persone con disturbo da alimentazione incontrollata (quando l'alimentazione incontrollata non è associata a comportamenti compensatori come il vomito) o bulimia, le connessioni tra le parti della corteccia e il putamen sensomotorio, che mediano le abitudini, erano molto più numerose che nel gruppo di controllo”, spiega Nature.
I ricercatori dicono, comunque, di non poter affermare con certezza che il putamen sensomotorio e il nucleo caudato siano gli equivalenti umani delle aree di assuefazione dello striato di ratto.
Tuttavia, il loro lavoro apre la strada a nuovi percorsi per esplorare la formazione delle abitudini negli esseri umani, ma soprattutto consentono di prendere in considerazione trattamenti mirati a queste regioni del cervello per trattare questo tipo di disturbo.
Interpellato dalla rivista scientifica, Allan Wang, primo autore dello studio, ipotizza che “i futuri trattamenti per molti disturbi psichiatrici – non solo il binge eating (iperfagia bulimica) e la bulimia – potrebbero colpire direttamente questi circuiti cerebrali”.
Nessun commento:
Posta un commento