Secondo uno studio internazionale, le variazioni di tono per parlare o cantare ai bambini sono universali. Baby talk è una funzione evoluta degli esseri umani, che lo percepiscono indipendentemente dalla loro cultura.
Se c'è una cosa che il mondo condivide, questa è il baby talk, in italiano il parlare bambinesco, il modo in cui i genitori si rivolgono ai loro bambini.
Lo dimostra uno studio internazionale pubblicato il 18 luglio su Nature Human Behaviour.
I campioni del mondo di questi chiacchiericci sono neozelandesi, rjporta The Guardian.
'Dalle tribù insulari ai confini del Pacifico alle brulicanti città della Cina', il balbettio, o parenting (parentale), come viene dottamente chiamato, è universale, conclude questo studio, che "ha raccolto 1.615 registrazioni da 410 persone di 21 culture che parlavano e cantavano a un adulto o a un bambino in più di una dozzina di lingue”.
Questi suoni sono stati ascoltati da 'più di 50.000 partecipanti provenienti da 187 paesi', che hanno cercato di 'indovinare se la persona stesse parlando con un bambino o con un adulto'.
I risuktati: le loro intuizioni erano per lo più corrette, 'anche quando le registrazioni provenivano da una famiglia linguistica completamente diversa dalla loro'.
In alcune culture, 'il balbettio è più facile da riconoscere', come i neozelandesi. 'I residenti di Wellington balbettano con un tono particolarmente acuto, rendendo più facile distinguere il loro balbettio dai discorsi rivolti agli adulti', spiega il quotidiano britannico.
Per Quentin Atkinson, psicologo dell'Università di Auckland e uno dei 43 coautori dello studio, si trattava di sapere se la modulazione vocale per parlare con i bambini fosse universale:
'Il presupposto (occidentale) che, poiché parliamo ai bambini in modo diverso, tutti gli altri lo faranno, doveva essere messo alla prova'.
Indipendentemente dalla loro cultura, “le persone modificano la propria voce quando cantano o parlano ai bambini”.
Conclude lo studio, 'è una funzione comune ed evoluta negli esseri umani - e che altri umani possono riconoscere'. Allo stesso modo “i segnali vocali sono usati da molte specie non umane per indicare allarme, cordialità o aggressività”.
'Dall'altra parte dello spettro del balbettio è la Nuova Zelanda', i più difficili da identificare quando parlano ai bambini sono quelli della comunità Tannese Ni-Vanuatu, originaria di Vanuatu nell'arcipelago melanesiano.
Secondo il ricercatore neozelandese, che ha trascorso del tempo con loro, la loro genitorialità più 'distaccata' potrebbe spiegare perché anche i cambiamenti di intonazione sono 'meno importanti'.
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