Il primo studio di vita reale suggerisce l'interesse per questi dispositivi nei servizi Covid-19. Sembrano, tuttavia, superflui nelle unità di terapia intensiva.
Dall'inizio della pandemia di Covid-19, i purificatori d'aria hanno suscitato l'interesse degli operatori sanitari - e anche dei privati - per combattere le contaminazioni da Sars-CoV-2.
Il primo studio nel mondo reale conclude che questi dispositivi 'potrebbero essere utilizzati per ridurre il rischio per i pazienti e il personale medico di contrarre Sars-CoV-2 negli ospedali', riporta Nature.
Infatti, nonostante l'uso di dispositivi di protezione, le particelle di coronavirus presenti nell'aria sono fortemente sospettate di essere responsabili di cluster negli ospedali, ricorda la revisione britannica.
Queste macchine avevano dimostrato prestazioni interessanti in precedenti esperimenti in ambiente controllato, “ma è importante sapere se questi depuratori sono efficaci (nella situazione reale) o se semplicemente forniscono un falso senso di sicurezza”, sottolinea Nature, riprendendo le parole di uno dei coautori dello studioi.
I ricercatori britannici hanno quindi posizionato filtri dell'aria ad altissima efficienza (Hepa) nell'Addenbrooke's Hospital di Cambridge e hanno confrontato il rilevamento di agenti patogeni durante cinque giorni prima della loro installazione ed entro cinque giorni dopo il loro avvio.
I risultati, caricati sulla piattaforma medRxiv il 22 settembre, indicano che non sono state rilevate particelle di Sars-Cov-2 durante il funzionamento dei depuratori.
Nel frattempo, il numero di altri agenti patogeni presenti nell'aria è sceso da 48 a solo 2.
Più sorprendentemente, nessuna particella del coronavirus è stata rilevata nell'unità di terapia intensiva, con o senza un purificatore d'aria.
Secondo gli autori, ciò potrebbe essere spiegato da una replicazione virale più lenta nelle fasi successive della malattia.
Lo studio, non pubblicato su una rivista peer-reviewed, deve ancora ricevere l'approvazione da altri scienziati, ma David Fisman, un epidemiologo dell'Università di Toronto in Canada, che non è stato coinvolto nel lavoro, sembra fiducioso:
'Questo studio suggerisce che i purificatori d'aria Hepa, che rimangono raramente utilizzati negli ospedali canadesi, sono un modo semplice ed economico per ridurre il rischio di agenti patogeni trasportati dall'aria'.
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