16 luglio, 2020

Le microplastiche spostate dal traffico stradale agli oceani

Le microplastiche scaraventate in aria dal trasporto su strada potrebbero inquinare gli oceani tanto quanto quelle dei fiumi, secondo i modelli pubblicati martedì. 

https://cen.acs.org/environment/atmospheric-chemistry/Microplastics-catch-atmospheric-ride-oceans/98/web/2020/07
Molti ricercatori hanno identificato la presenza di microplastiche in tutte le loro forme nei quattro angoli dell'oceano, dal più profondo della fossa delle Marianne, il più profondo conosciuto, fino ai ghiacciai più alti. 

Mentre la produzione di plastica continua a crescere, un nuovo studio pubblicato su 'Nature Communications' tenta per la prima volta di stimare la quantità di plastica proveniente dal traffico stradale (attrito dei pneumatici sulla strada e uso dei freni), quindi dispersa nell'aria e spostata altrove grazie alle correnti atmosferiche. 

I ricercatori hanno valutato la quantità di queste particelle derivate dall'industria petrolifera (etilene, propilene) prodotte dal trasporto su strada, combinate con simulazioni della circolazione atmosferica. 

Secondo loro, un terzo di queste microplastiche aeree dalla strada (circa 50.000 tonnellate, con una gamma di incertezza tra 40.000 e 100.000 tonnellate) finiscono nell'oceano ogni anno, rispetto alle 65.000 tonnellate di microplastiche scaricate nel mare dai fiumi. Anche se gli atudiosi rilevano una mancanza di dati sul campo in grado di convalidare i loro modelli. 

'Questo trasporto atmosferico - una fonte sottovalutata, se non del tutto prevista - ha lo stesso impatto sull'inquinamento degli oceani da parte delle microplastiche di quello che viene trasportato dai fiumi', dice Nikolaos Evangeliou, dell NILU - Norwegian Institute for Air Researcha

Le emissioni di microplastiche dal traffico stradale provengono principalmente dal Nord America, dall'Europa e dal sud-est asiatico. 

Secondo lo studio, una parte significativa di questo inquinamento, trasportato dall'aria, probabilmente finisce il suo percorso nell'Artico, dove le particelle colorate che assorbono più raggi del sole rispetto alla neve bianca, potrebbero avere un impatto sullo scioglimento dei ghiacci. 

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