Per 48 ore, il motore di ricerca onora l'ostetrico magiaro che scoprì l'importanza del lavaggio delle mani a metà del XIX secolo al fine di proteggersi dalle epidemie, come quella legata al coronavirus. La stampa ungherese ne ha apprezzato il Doodle.
Aprendo Google ieri mattina, gli utenti di Internet di tutto il mondo hanno scoperto un video tutorial di cinquanta secondi che vuol sensibilizzare sul lavaggio delle mani durante la pandemia di Covid-19.
L'uomo baffuto che controlla la procedura non è altro che Ignac Fulop Semmelweis (Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865), ostetrico ungherese, considerato il padre della lotta contro le epidemie.
La data non è scelta a caso: il 20 marzo 1847, il magiaro divenne professore nel dipartimento di ostetricia dell'ospedale di Vienna, dove ridusse drasticamente la mortalità delle donne partorenti imponendo questa norma igienica che divenne poi un fatto quasi banale.
'Google si inchina a Semmelweis, un medico ungherese influencer globale (diremmo con un termine recente)', ha dichiarato il settimanale HVG, aggiungendo che 'le sue raccomandazioni hanno suscitato scetticismo nella professione per molto tempo prima di essere ampiamente adottate decenni dopo'.
'Dimostrando che disinfettare le mani è una delle misure più efficaci per prevenire la diffusione di germi (all'epoca, Semmelweis parlava di 'sostanze da cadavere), Semmelweis ha rivoluzionato non solo l'ostetricia ma anche la comunità medica Intera', dice il sito di notizie Index.
Rifiutato da circoli medici molto conservatori all'epoca, il 'salvatore delle madri' sprofondò nell'alcolismo e nella depressione. A metà agosto 1865, morì per gravi pestaggi da parte delle guardie in un manicomio viennese dove i suoi amici e parenti lo avevano internato con la forza.
Pasteur fece affidamento sulle sue osservazioni per sviluppare la sua teoria microbica. I risultati sulla febbri puerperali (che si verificano dopo il parto o un aborto) di quell'uomo di cui porta il nome l'Università di Medicina di Budapest sono stati inseriti nel Registro della memoria mondiale dell'Unesco nel 2013.
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