Siamo tutti sorvegliati e spiati. Ma sarà ancora peggio
La videosorveglianza è conveniente quando c'è un furto o viene commesso un reato per la sua ricostruzione. Ma essere arrestati solo perchè un programma ha deciso che la nostra faccia è sospetta o riconosciuta dai cartelloni pubblicitari per i nostri atteggiamenti per strada è un'altra storia.
Quando si parla di riconoscimento facciale o video sorveglianza, la reazione oscilla tra la smorfia scettica accompagnata da una riflessione pragmatica ("Utile quando vengo derubato"), gli occhi ansiosi del ragazzo che strabuzza gli occhi per aver visto "Minority Report" (vedi trailer).
In tutti i casi, o quasi, l'interlocutore è consapevole che esiste un rischio di deriva orwell-kafkiana. Ma appena l'incubo si è datto avanti ne viene rapidamente spazzato via dalle suggestioni fantascientifiche e dalla fiducia nel governo che ci protegge, magari dal Garante della privacy. Alcune tecnologie sono ancora gorgoglianti nei laboratori o già in servizio e già impegnate a spianarsi la strado nel XXI secolo. Ecco alcuni esempi.
1 Software in grado di riconoscere (tutte) le facce
con algoritmi più affidabili dell'occhio umano
Questo aspetto non sfugge a coloro che hanno seguito le vicende di Edward Snowden: i servizi segreti anglosassoni sono molto golosi di tutte le informazioni che ci riguardano, iniziando con il tuo volto. Il programma nervo ottico ne è la triste prova.
L'obiettivo è chiaro: creare il più grande strumento tracciamento mai inventato. Per far questo, gli Stati Uniti (e qualsiasi governo ugualmente curioso) hanno bisogno di tre cose:
- una rete estesa di macchine da ripresa con la più alta definizione possibile;
- un database di raccolta di impronte facciali di ciascun individuo;
- software in grado di analizzare in tempo reale le immagini e il loro collegamento con i profili stabiliti.
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The Independent: |
La rete di telecamere è già funzionante ed in rapida crescita, a volte giustificata dalla lotta contro il terrorismo, a volte da crescente insicurezza. Il database è costruito gradualmente, attraverso l'informazione del pubblico, dribblando gli obblighi giuridici delle reti sociali nei confronti dei governi o, illegalmente, strappandole loro (con Optic Nerv-GCHQ, per esempio).
La sfida principale resta quella di costruire un algoritmo sufficientemente efficiente da diventare motore efficace di tale mostro gigantesco della sorveglianza.
L'attività dei laboratori antidoping ha fatto enormi progressi in materia di riconoscimento facciale. Ad esempio, l'azienda Cognitec offre software di riconoscimento che pare sia affidabile al 98,75%, tasso che ha fatto un balzo in avanti del 20% in soli dieci anni.
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Una raccolta gigantesca globale dei colossi del Web
Nel 2012, Facebook raccattava Face.com, una start-up israeliana specializzata in software di riconoscimento facciale. Non sorprende che, da una rete sia nato un album-raccolta di studenti osservati sulla base della loro immagine di profilo, che decida chi è "Hot o No".
La società successivamente è rimasta piuttosto silente sui progressi nel campo. Discrezione durata fino al marzo scorso, quando Facebook ha rivelato (discretamente, ancora una volta) il suo sistema di riconoscimento faciale chiamato DeepFace.
Un tag qua. Uno là e ... Testato su quattro milioni di foto scattate da un "popolare social network", il software è in grado, se non di dare un nome a un volto, di confrontare due immagini e dedurre se la persona scelta sia su entrambe.
Tasso di successo: 97.25%, che è eccellente quanto l'occhio umano.
Google è rimasto con le mani in mano? manco a dirlo: l'azienda di Mountain View ha acquistato diverse start-up specializzate nel riconoscimento facciale.
La tentazione è forte, data la quantità di caratteristiche faciali nei suoi video disposizione (Youtube), Immagini (Google Immagini), social network (Google+) e tutti i dispositivi Android.
Si può facilmente immaginare che Google voglia migliorare il suo motore di ricerca di immagini per viso. Una cosa è certa: non disdegna questa tecnologia. La storia non sembra troppo spaventoso, ha testato il sistema su video e foto di ... "lol cats".
3 Il nome taggato sul tuo viso in tempo reale.
Per chi porta gli occhiali collegati.
Debutto, anno domini 2014, il peggior incubo per persone discrete e il sogno del voyeur si è materializato (in un baleno) in un'applicazione: Name Tag.
Il concetto: un app su Google Glass per riconoscere in tempo reale le facce di passaggio a portata di occhiali, a vista insomma, e cercando l'identità in database incrociati (profilo pubblico di Facebook, Twitter, ecc.).
L'orrore? I creatori di app sarebbero volentieri andati anche oltre, rivelando non solo l'identità, ma anche tutte le informazioni raccolte, pubbliche - occupazione, età, numero di telefono, ecc.
E se si ha la sfortuna di incocciare il proprietario di una nutrita fedina penale, per es. violenza sessuale, ti si mostrerebbe ugualmente così come se sei americano o ugandese. Single? Fintanto che la persona è in una qualsiasi rete che soddisfi i parametri di "matching", perché non dargli un'occhiata?
"L'obiettivo non è quello di invadere la privacy di nessuno, ma connettere le persone che lo vogliano", si difende il suo creatore, Kevin Alan Tussy.
Se non lo si desidera basterà modificare l'impostazione predefinita, (e lo sarà ancora...).
Google fa diga, per il momento, tirate un sospiro di sollievo, l'applicazione non dovrebbe apparire immediatamente. A fronte dell'isteria innescata dalla start-up, Google ha risposto rapidamente, affermando la sua opposizione a tali progetti. Con alcune riserve:
"Come Google ha affermato per diversi anni, non aggiungeremo il riconoscimento del volto ai nostri prodotti senza aver fornito solide garanzie alla vita privata.
Con questo spirito, non approveremo l'applicazione di riconoscimento faciale attualmente".
Rassicurante? Non proprio. La decisione di Google non è chiara, è chiaramente aperta all'interpretazione della risoluzione delle "garanzie".
Nulla ci dice, nel caso di successo degli occhiali, che Nametag si rivolga a concorrenti meno rispettosi.
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I "potenziali criminali" (voi?), controllati a vista.
Quando le telecamere giudicano il vostro comportamento sospetto.
Se il mondo descritto da Philip K. Dick nel film "Minority Report" è ancora lontano, l'ambizione di prevedere un comportamento criminale, è alle nostre porte. Questa si chiama analisi predittiva del comportamento, declinata nella sua versione criminale.
L'idea è semplice: alcuni atteggiamenti (Manierismi, posture, movimenti improvvisi, agitazione, ecc) potrebbero formare modelli ricorrenti identificabili che precedono sempre il completamento di un atto criminale. Le telecamere sarebbero in grado di catturare questi comportamenti "sospetti" in luoghi pubblici e di comunicarne il rapporto alla polizia.
Il progetto è stato lanciato nel 2009, sotto l'occhio vigile (e finanziamenti) dell'Unione europea. L'obiettivo finale è quello di rimuovere la supervisione umana e associare un algoritmo predittivo (il cui occhio è la rete di telecamere) direttamente alla polizia.
In una lunga indagine nei sistemi "pre-crimine" a Chicago, dove, come in altre città degli Stati Uniti, le tecnologie predittive sono gia operative, il sito americano The Verge si interroga senza mezzi termini sul razzismo che potrebbe indurre questa logica. Quì da noi in tempi non sospetti Lombroso ha fatto scuola e tendenza.
Sotto osservazione: "le liste calde" o nere, se preferite, che identificano gli individui come potenziali criminali e basate su una vasta gamma di criteri. L'autore del sondaggio le sospetta come sistemi che utilizzino criteri etnici tra quelli presi in considerazione. La stessa logica può ovviamente essere applicata al video sorveglianza comportamentale ...
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I raduni visti dall'alto. Con droni invisibili
I droni hanno spesso catturato i titoli dei giornali quando bombardavano il Pakistan, o quando i loro modellini per bambini decoravano le vetrine di Natale o, ancora, quando le loro versioni commerciali ci hanno promesso di portare i pacchi a domicilio (Amazon).
Molto meno evocano la sorveglianza. I piccoli droni, dotati di telecamere, sono già in grado di filmare la folla in alta risoluzione. La ricerca americana si muove molto velocemente in questo settore, e non è escluso che questi dispositivi siano presto collegati ai database per identificare in tempo reale i volti catturati.
Per non parlare delle nostre democrazie, proviamo ad immaginare che cosa, tali tecnologie, avrebbero combinato se fossero utilizzate durante le rivolte popolari in Tunisia ed Egitto.
6 I cartelloni pubblicitari che sanno ciò che vogliamo vedere. A condizione che abbiamo soffermato lo sguardo su di questi abbastanza a lungo.
Un inquietante aspetto: il riconoscimento faciale, dilagante in combinazione con la pubblicità mirata. I cartelloni pubblicitari mirati. Se pensavate, questa, limitata alle vostre frequentazioni on-line, vi sbagliate. Prossimamente, i cartelloni pubblicitari della metropolitana vi riconosceranno immediatamente e diffonderanno pubblicità su misura.
Questo è quello che offriranno prima di quanto non pensiate Amscreen, una società di comunicazione che possiede 6.000 schermi pubblicitari nel Regno Unito. Con una piccola telecamera, OptimEyes audio software real-time analizza le reazioni faciali degli individui di fronte a una pubblicità.
In definitiva, l'obiettivo è quello di fornire la pubblicità su misura per chi indugi con lo sguardo abbastanza a lungo sul pannello. In primo luogo, secondo criteri evidenti (sesso, vestiti, età ...), e poi... perché no ... in base alla reale identità della persona.