Sei uno studente e sei restio a partire per fare parte dei tuoi studi all'estero?
Secondo lo spagnolo “ABC”, questa esperienza ti porterà solo cose positive per la tua futura vita professionale (ma anche personale)!
Secondo i dati di Campus France, ogni anno sono più di 100.000 gli studenti francesi che partecipano alla mobilità dei titoli. La Spagna è addirittura il primo paese ospitante del programma Erasmus+.
Se istintivamente pensiamo che un corso all'estero ci permetta di migliorare la nostra padronanza di una o più lingue, questo non è l'unico vantaggio, secondo il quotidiano ABC.
Innanzitutto, la rivista sottolinea una qualità essenziale: “Vivere e studiare in un altro paese ti permette di lavorare sulle tue capacità di comunicazione e di adattamento a diversi ambienti culturali”, spiega Mar Morales, che lavora all’Università CEU San Pablo di Madrid.
Questo è molto apprezzato dalle aziende e, più in generale, dal mercato del lavoro. Trasferirsi all’estero significa anche immergersi in nuovi usi e costumi, ed è necessario mostrare iniziativa per “affrontare le sfide e imparare a gestirle in un contesto completamente nuovo”.
Inoltre, studiare all'estero ti consente di sviluppare una rete internazionale. “Alcuni master offrono collegamenti diretti con aziende e professionisti del settore, o anche la possibilità di svolgere stage, che possono poi facilitare l’integrazione nel mercato del lavoro internazionale”, continua Mar Morales.
Come studente, un'esperienza del genere ti permette anche di interessarti a nuovi metodi di insegnamento e di accedere a tecnologie e approcci diversi in molte discipline.
Naturalmente, studiare all’estero è spesso costoso e non tutti possono accedervi, ma ABC sottolinea che esistono molte borse di studio e aiuti finanziari.
Anche se per Manuel Muñiz Villa, preside dell’Università IE, è importante che le università aumentino ulteriormente il sostegno finanziario agli studenti: “Ciò consentirà a più persone di beneficiare di questo tipo di esperienze, è la chiave per ridurre le disuguaglianze educative”.
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