Uno studio pubblicato lunedì 22 segnala un generale deterioramento della vita delle comunità indigene in Brasile tra il 2022 e il 2023.
Secondo uno studio pubblicato lunedì, che mostra un generale deterioramento della situazione, gli omicidi di indigeni, così come i suicidi e la mortalità infantile all’interno delle loro comunità, sono aumentati in Brasile tra il 2022 e il 2023.
In totale, nel 2023 sono stati assassinati nel Paese 208 indigeni, ovvero il 15,5% in più rispetto al 2022 (180), ha rilevato il Consiglio Missionario Indigenista (CIMI), legato alla Chiesa cattolica, in un rapporto annuale sulla violenza contro i popoli indigeni.
Gli autori, che ne attribuiscono alcuni a gruppi legati all'agrobusiness, indicano che la maggior parte di questi omicidi sono stati compiuti con armi da fuoco, spesso dopo minacce.
Lo studio critica anche la “tassazione insufficiente” degli atti di invasione dei territori abitati dagli indigeni nel 2023, il primo anno del secondo mandato del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva.
Deplora i lenti progressi nella delimitazione delle terre appartenenti alle popolazioni indigene, “bloccate” sotto il governo di estrema destra di Jair Bolsonaro (2019-2022), descritto come “apertamente anti-indigeno”.
Inoltre, il rapporto mostra 180 suicidi in queste comunità nel 2023, rispetto ai 115 del 2022 (+56%).
La mancanza di assistenza medica ha portato alla morte di 111 indigeni lo scorso anno, afferma inoltre lo studio, rispetto ai 40 del 2022.
Indica inoltre che 1.040 bambini sotto i quattro anni sono morti nel 2023 per influenza, polmonite, diarrea o infezioni intestinali e malnutrizione, in particolare negli stati di Roraima e Amazonas (nord), al confine con il Venezuela.
La cifra è superiore del 24,5% rispetto al 2022, quando si attestava a 835 morti.
A gennaio, le autorità hanno dichiarato lo stato di crisi umanitaria in questa regione e hanno iniziato l'espulsione di migliaia di minatori illegali, la cui attività inquina i fiumi con il mercurio e quindi minaccia la sopravvivenza delle comunità.
Secondo il governo le operazioni sono ancora in corso.
Gli autori ritengono inoltre che la mancanza di servizi igienico-sanitari e di acqua potabile sia stata “aggravata dalla crisi climatica, che ha causato inondazioni in diverse regioni del Paese e una grave siccità nella regione amazzonica”.
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