In un'inchiesta 'semi-scientifica', Clio Chang, giornalista di 'Curbed', e Benjamin Bostick, ricercatore specializzato in scienze della terra, si sono divertiti ad analizzare le gocce d'acqua che sgorgano dal soffitto di diverse stazioni della metropolitana di New York.
Il risultato è piuttosto una buona notizia per i più timorosi tra noi.
In piedi su un binario della stazione di Fulton Street, Benjamin Bostick allunga il braccio, armato di una bottiglia di plastica vuota, verso il soffitto della stazione.
Il ricercatore dell'Osservatorio Lamont-Doherty, una struttura di scienze della terra della Columbia University, raccoglie meticolosamente ogni goccia d'acqua.
Il suo obiettivo: scoprire, su richiesta di Clio Chang, giornalista di Curbed, cosa c'è nelle acque reflue della metropolitana che gocciolano - e a volte piovono - sui volti dei viaggiatori.
Fulton Street non è stata scelta a caso. Grazie a un sondaggio informale tra gli utenti, éstata indicata come la stazione più 'piovosa'.
In quindici minuti sono stati raccolti 15 millilitri di acqua. Una prima analisi poteva essere effettuata. Il verdetto è: il pH dell'acqua è 7.
È neutro.
Una pozzanghera attira la loro attenzione. Decidono di prelevare un campione, per curiosità. “Con il suo colore giallastro più inquietante, quest'acqua fetida che ristagna sul pavimento è molto più ripugnante delle goccioline che cadono dal soffitto.
'Non andare a berla', consiglia Bostick, 'come se mi fosse passato per la mente. Soddisfatti del ritrovamento, lasciamo la stazione, lasciandoci alle spalle Manhattan”, racconta il giornalista.
Pochi mesi dopo, Benjamin Bostick riallaccia i rapporti con il giornalista.
'È più interessante di quanto avessi immaginato', gli confida il ricercatore.
“I risultati sono sorprendenti: l'acqua che gocciola sui viaggiatori non è poi così disgustosa. È anche piuttosto pura", precisa Clio Chang.
"Si tratta di acqua pulita che ovviamente circola abbastanza velocemente negli spazi sopra la metro”.
Le gocce d'acqua raccolte contengono in particolare solfato, calcio, zinco o addirittura piombo. Non è acqua potabile e 'ci sono alcune cose', secondo Bostick, 'ma non molte'.
Per quanto riguarda le pozzanghere, queste ultime avevano concentrazioni più elevate di metalli in tracce. Ma niente di allarmante.
“Secondo il nostro minuscolo e un po' arbitrario campione, la maggior parte delle gocce che ci cadono addosso in queste stazioni non sono altro che pioggia”, conclude il giornalista un po' deluso.
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