Durante un concerto della Los Angeles Philharmonic Orchestra, un rumore sospetto ha riacceso il dibattito su come comportarsi tra il pubblico durante un'esibizione.
Questi comportamenti si sono evoluti nel corso dei secoli.
Alla fine di aprile, mentre la Los Angeles Philharmonic Orchestra stava eseguendo la Sinfonia n. 5 di Ciajkovskij, si è sentito un rumore improvviso e 'un membro del pubblico ha twittato che si trattava di una persona che aveva un 'orgasmo forte e totale'', riferisce il Los Angeles Times.
L'origine del suono, che alla fine non è stata identificata, è stata oggetto di dibattito sui social network.
Secondo il quotidiano californiano, l'evento è servito a ricordare gli effetti della musica classica sui suoi ascoltatori. Gli studi hanno evidenziato 'reazioni fisiologiche' all'ascolto di musica classica, incluso un cambiamento nella frequenza cardiaca.
“Con Bach, la bellezza sta nella forma, nella struttura o nella scrittura”, precisa Adrian Spence, direttore artistico di un'orchestra da camera, citato dal Los Angeles Times. Con altri compositori – tra cui Čajkovskij – l'obiettivo è piuttosto “innescare una reazione emotiva”.
'Beethoven ha deliberatamente scritto ... nella sua musica gli strati di emozioni che proviamo, con tutta la loro confusione e contraddizioni', dice Adrian Spence.
Vari studi condotti sull'argomento suggeriscono che, all'origine di reazioni inaspettate tra gli ascoltatori, “può esserci l'armonia, può esserci il tamburo, possono esserci gli esecutori e il loro modo di suonare”, riassume il quotidiano.
Per diversi secoli è stato comune, addirittura atteso, che il pubblico si esprimesse “soprattutto a teatro e durante gli spettacoli di danza”, ricorda il giornale.
I 'fischi agli spettacoli d'opera' o i 'lanci di cibo sul palco' erano allora la norma.
Fu solo alla fine del XIX secolo che divenne comune sedersi 'in completo silenzio' di fronte a una performance artistica.
'Ma la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij sarebbe traboccante di elementi sconvolgenti al punto da scatenare un orgasmo?'
Non proprio, secondo Tamara Levitz, professoressa di musicologia all'Università della California, intervistata dal giornale: 'Penso piuttosto che la persona stesse facendo qualcosa'.
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