Questo tipo di agglomerato potrebbe contribuire alla diffusione delle microplastiche nell'ambiente, allertano i ricercatori dietro questa scoperta.
Sempre più scienziati ritengono che la plastica sia diventata parte della geologia della Terra. Uno studio pubblicato il 3 aprile su Environmental Science and Technology non solo supporta questa idea, ma indica anche la potenziale esistenza di una nuova fonte di inquinamento.
A Hechi, nella provincia del Guangxi, in Cina, gli autori di questo lavoro hanno scoperto vicino ad un ruscello un nuovo materiale: sottili pellicole plastiche intimamente legate alle rocce in una sorta di fusione roccia-plastica.
“Osservando questi agglomerati rocciosi e plastici con strumenti spettroscopici, i ricercatori hanno osservato la presenza di legami chimici tra gli atomi di carbonio sulla superficie dei film di polietilene e quelli di silicio presenti nella roccia, tramite atomi di ossigeno”, spiega Nature.
Secondo Deyi Hou, specialista del suolo e delle acque sotterranee della Tsinghua University di Pechino, che ha guidato lo studio, questa è la prima volta che sono stati osservati legami chimici tra la plastica - materiali di origine umana derivati dal petrolio - e le rocce nell'ambiente.
I meccanismi che hanno permesso di creare questi collegamenti non sono ancora chiari. Secondo i ricercatori potrebbero essere stati attivati dai raggi ultravioletti del sole o dall'attività metabolica dei microrganismi che li abitano.
Al di là dell'influenza dei rifiuti plastici sugli strati geologici – argomento in più a favore del riconoscimento dell'Antropocene come epoca geologica – questa scoperta è preoccupante perché potrebbe costituire una nuova fonte di inquinamento. Questo tipo di agglomerato contribuisce alla diffusione delle microplastiche nell'ambiente.
La rivista scientifica afferma: 'I ricercatori hanno scoperto che il tasso di rilascio di microplastiche (da questi agglomerati) nell'ambiente era molto più alto che nelle discariche, negli oceani e nei sedimenti marini, secondo i dati ottenuti dalle simulazioni di laboratorio'.
Queste conclusioni si basano sull'analisi di soli quattro campioni. Vanno quindi considerati con cautela, ma sottolineano l'importanza di un monitoraggio approfondito delle interazioni tra i rifiuti di plastica e l'ambiente.
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