17 aprile, 2023

Il cervello dei giocatori di ping pong non reagisce allo stesso modo a un robot e ad un essere umano

Per misurare l'attività cerebrale degli atleti, gli scienziati hanno dotato i giocatori di ping pong di elettrodi. I risultati suggeriscono che i robot non sono i migliori compagni di allenamento. 
 
Per capire come funziona il cervello degli atleti di alto livello, i neurobiologi hanno dotato i giocatori di ping pong di cuffie rivestite di elettrodi in grado di misurare la loro attività cerebrale. 

I risultati pubblicati sulla rivista eNeuro rivelano che il cervello dei giocatori di ping pong non reagisce allo stesso modo a seconda che si opponga a un essere umano o a una macchina. 

'I ricercatori hanno prima testato i berretti sui giocatori di tennis, ma i movimenti bruschi della testa e del resto del corpo hanno reso l'acquisizione dei dati troppo difficile', si legge sulla rivista Science

Gli atleti volontari dovevano rispondere ai servizi eseguiti da un essere umano o da un robot. I risultati ottenuti mostrano una grande differenza di attività. 

Secondo Science, 'di fronte a un essere umano, i neuroni (coinvolti nella pianificazione, nell'integrazione delle informazioni visive e nel movimento) si attivano in sincronia, segno che il cervello è in uno stato di 'inattività''. 

Al contrario, rispetto a un robot, l'attività cerebrale è “meno coordinata, con i neuroni che si attivano in momenti diversi. Insomma, quando affrontiamo un avversario insondabile, il cervello è impegnato a fare calcoli e pronostici, cercando di stimare quando arriverà la palla". 

Per gli autori, lo studio suggerisce che l'addestramento con i robot non imita perfettamente l'opposizione tra gli umani. Amanda Studnicki, coautrice dello studio, ritiene che 'i robot sono convenienti perché puoi fare molte ripetizioni con loro', ma allenarsi contro persone reali 'porta una maggiore varietà (di colpi)'. 

Mentre il mistero di questa differenza nell'attività cerebrale degli atleti non è chiaro, 'i ricercatori ipotizzano che la mancanza di linguaggio del corpo dei robot possa esserne la causa', conclude Science.

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