Negli Stati Uniti, il compostaggio umano è legale in sei stati. Invece che essere seppelliti in una bara o cremati, alcuni cittadini possono quindi scegliere di essere trasformati in sacchi per il compost.
Alla fine del 2022, New York è diventato il sesto stato degli Stati Uniti a legalizzare il compostaggio umano.
Questa pratica, chiamata anche “humusation” – neologismo che designa la trasformazione del corpo in humus – non è autorizzata in tutta l'Eutopa, ma è stata comunque legalizzata in Svezia.
L'editorialista conservatore Sean Hannity fornisce questa descrizione da cartone animato nel suo programma radiofonico, The Sean Hannity Show:
'Puoi mettere tua nonna, tua madre, tuo padre... qualsiasi materiale sul cumulo di compost e usarlo come compost'.
In verità, l'idea è ovviamente di non compostare i tuoi cari in fondo al giardino con bucce di carota. Il processo si svolge in appositi centri gestiti da pompe funebri. L'azienda americana Recompose è un pioniere in questo campo.
Concretamente, il corpo viene posto in una vasca, in un miscuglio di trucioli di legno, erba medica e paglia. Per trenta giorni il corpo si decompone sotto l'azione dei microrganismi presenti nella vasca, che viene ventilata e riscaldata; quindi, i gas emanati dalla decomposizione vengono filtrati prima di essere rilasciati nell'atmosfera.
Le ossa rimanenti vengono frantumate e il compost risultante riposa per altre tre o cinque settimane prima di essere restituito alla famiglia.
Le aziende del settore apprezzano la dimensione ecologica del processo. Return Home, ad esempio, spiega sul suo account TikTok che negli Stati Uniti “la cremazione produce quasi 360.000 tonnellate di CO2, sufficienti per compiere circa 1.300 viaggi di andata e ritorno sulla Luna”.
Essere cremati, però, è meno inquinante di una sepoltura tradizionale, come dimostra uno studio pubblicato nel 2017 dalle onoranze funebri del Comune di Parigi.
Una sepoltura produce fino a 833 chili di CO2, quasi quanto un viaggio andata e ritorno Parigi-New York in aereo. Return Home specifica che negli Stati Uniti le sepolture richiedono ogni anno 'più di 16 milioni di litri di liquido per imbalsamazione...'. Per non parlare del legno e degli altri materiali utilizzati per realizzare le bare.
In un lungo articolo di opinione intitolato “Se vuoi restituire alla natura, dona il tuo corpo”, il New York Times riporta che il compostaggio emetterebbe “una tonnellata di CO2 in meno per persona compostata”.
D'altra parte, la pratica è più costosa di una sepoltura tradizionale: al Return Home, ad esempio, costa quasi 5.000 dollari – ovvero circa 4.700 euro – essere trasformata in compost, riferisce Refinery29.
Per il quotidiano britannico The Guardian, il settore è “sul punto di esplodere” a causa di un crescente interesse per l'ecologia, ma anche di un “mercato fiorente tra la generazione Z e i millennial, che sono stati soprannominati la generazione 'death positive'”.
Questi ultimi sarebbero «più propensi a discutere in anticipo del proprio funerale e ad optare per soluzioni più green».
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