05 novembre, 2021

Climatologi dell'IPCC ansiosi e pessimisti

É quanto emerge da un'indagine condotta dalla rivista Nature tra i 92 scienziati che hanno partecipato alla stesura dell'ultimo rapporto dell'organizzazione. 

Sin dall'apertura della Cop26, i climatologi sono poco ottimisti sugli impegni che verranno assunti dagli Stati, secondo un sondaggio pubblicato il 1 novembre dalla rivista Nature

Il settimanale britannico ha interrogato i 234 autori della prima parte del sesto rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). 

Le risposte dei 92 scienziati che hanno preso parte al sondaggio rivelano che il 60% di essi prevede che il riscaldamento globale supererà i 3°C entro la fine del secolo rispetto ai livelli preindustriali. 
'Va ben oltre l'obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5-2° C', commenta Nature. 

Inoltre, sei persone su dieci intervistate affermano di provare ansia, dolore e angoscia a causa delle preoccupazioni sui cambiamenti climatici. 
Questi hanno conseguenze dirette nella vita dei ricercatori, che riconsiderano il luogo in cui vivono - il 41% delle persone - o la decisione di avere figli - il 17% -, o di cambiare stile di vita - il 21%. 

È il caso di Mouhamadou Bamba Sylla, modellatore climatico dell'Istituto africano di scienze matematiche di Kigali, in Ruanda, che 'progetta di costruire una casa per la sua famiglia, lontana dal mare e in un luogo ove le inonsazioni siano improbabili'. 

Questo triste primato è tuttavia accompagnato da 'alcuni segnali di ottimismo', sottolinea la rivista britannica. Charles Dunbar Koven, climatologo presso il Lawrence Berkeley National Laboratory negli Stati Uniti, afferma, ad esempio: 
'Credo che la maggior parte delle persone si preoccupi davvero del futuro e che sia possibile per i governi coordinarsi ed evitare le peggiori conseguenze climatiche'. 

Questo ottimismo è accompagnato dall'azione, poiché i due terzi degli intervistati affermano di essere impegnati nella protezione del clima. La promozione della scienza è l'azione più comune, prima di firmare petizioni, sollecitare legislatori e governi, o partecipare a manifestazioni. 

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