L'optogenetica, una tecnologia innovativa che combina l'iniezione di un gene nella retina di un paziente cieco e l'uso della luce per controllare i suoi neuroni, consente al paziente di vedere i contorni di oggetti contrastanti.
Un paziente cieco che ha ricevuto un gene da un'alga fotosensibile può ora vedere i contorni di oggetti contrastanti, contarli e catturarli, ha riferito un team di ricercatori di Nature Medicine il 24 maggio. Per fare questo, l'uomo - divenuto cieco a causa di una malattia degenerativa - deve comunque indossare occhiali speciali.
Questa impresa si basa su una tecnologia innovativa chiamata optogenetica, che combina l'ingegneria genetica e l'uso della luce per controllare i propri neuroni.
"Siamo ancora lontani dalla vista perfetta, ma è un grande passo", si rallegra in Science Jean Bennett, dell'Università della Pennsylvania, ricercatore specializzato in terapia genica per il trattamento della cecità e che non ha partecipato allo studio.
Il primo autore, José-Alain Sahel, fondatore dell'Institut de la vision di Parigi (Università della Sorbona), da parte sua, annota su Le Temps: "Questa è la prima volta che l'optogenetica mostra un risultato clinico in tutte le discipline".
Nel marzo 2019, al paziente è stato iniettato un virus geneticamente modificato nell'occhio destro. "Inoffensivo, questo virus ha preso di mira alcuni neuroni negli occhi. La sua missione: portare loro il gene dell'opsina (proteina fotosensibile) dalle alghe rosse”, spiega il quotidiano svizzero.
Tre mesi dopo, quando il gene opsina si è integrato nelle sue cellule bersaglio, i pazienti erano in grado di osservare i contorni degli oggetti per la prima volta.
Gli occhiali dotati di una telecamera che registra la scena visiva e poi la proietta sulla retina del paziente sono essenziali per poter "vedere" gli oggetti. Inoltre, per acquisire questa parziale funzione visiva sono state necessarie diverse sedute di riabilitazione.
"Tre gruppi, di 12-18 pazienti, sono in procinto di essere reclutati per testare dosi crescenti del trattamento", specifica alla rivista svizzera Magali Taiel, oculista, responsabile degli studi clinici per GenSight, società francese che ha partecipato a lavoro. Le Temps specifica inoltre che sono allo studio varie strade per il futuro:
"La cosa più immediata è progettare occhiali più leggeri ed ergonomici".
Gli scienziati stanno esplorando il potenziale di altre opsine e neuroni bersaglio negli occhi.
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