09 maggio, 2021

Lo scheletro del cavallo di Napoleone sopra la sua tomba crea polemiche

I giudizi su "Mémento Marengo" dell'artista Pascal Convert, una riproduzione dello scheletro del cavallo preferito di Napoleone, non sono unanimi. 

Una riproduzione dello scheletro del cavallo preferito di Napoleone, Marengo, sospeso sopra la sua tomba a Les Invalides: l'installazione dell'artista contemporaneo Pascal Convert suscita l'indignazione dei fan dell'Imperatore, in piena commemorazione del secondo centenario della sua morte. "Mémento Marengo" è stato installato come parte di "Napoleon? Encore - Napoleone? ancora!" a Les Invalides di Parigi, a cui sono stati invitati a partecipare una trentina di artisti contemporanei - alcuni noti, da Georg Baselitz a Laurent Grasso - e altri giovanissimi ed emergenti. 

Il progetto, guidato per due anni da Eric de Chassey, direttore dell'Istituto Nazionale di Storia dell'Arte (INHA), era chiaro: dare agli artisti piena libertà di esprimersi nella diversità. 

La maggior parte delle opere sono state realizzate per il percorso. Pascal Convert ha ripreso un antico rito evocato da Erodoto che voleva che i cavalli accompagnassero il loro cavaliere nella morte, ricostruendo in 3D lo scheletro del purosangue, conservato al National Army Museum di Londra. Marengo era diventato il cavallo preferito di Napoleone che lo aveva cavalcato in diverse battaglie fino a Waterloo nel 1815, dove fu catturato dalle truppe di Wellington. 

Questo lavoro”, spiega Eric de Chassey, “sapevo che avrebbe potuto creare malintesi, ma è tutt'altro che irrispettoso. Paradossalmente, questo consente una forma di riorganizzazione di Napoleone. La realtà della guerra è la morte. Sin dai tempi antichi abbiamo avuto questa immagine di guerrieri che salgono al cielo a cavallo. Nelle tombe antiche, il cavaliere veniva sepolto con il suo cavallo". 

Le critiche sono arrivate da associazioni e fan dell'Imperatore. Un tweet di Thierry Lentz, direttore della Fondation Napoléon, era già sorpreso dal progetto alla fine di aprile: 
"Per reumanizzare Napoleone appendendo uno scheletro di cavallo di plastica sopra la sua tomba, stiamo sognando"!

"Grottesco e scioccante", dice lo storico Pierre Branda, anche lui membro della Fondation Napoléon, in una colonna pubblicata dal quotidiano Le Figaro. 

Altri artisti contemporanei invitati al Museo dell'Esercito non hanno esitato a ironizzare e smantellare l'immagine dell'eroe nelle stanze tutte per la gloria dell'Imperatore: 
Yan Pei-Ming mostra Napoleone che si incorona, Damien Deroubaix lo presenta come uno schiavo nero incatenato, Pavel Pepperstein mostra un inquietante Napoleone con l'elmo su uno sfondo di bulbi di Mosca. 

Ange Leccia propone una superba installazione cinematografica monumentale sull'esilio a Sant'Elena, con i cieli e il mare che Napoleone aveva ogni giorno davanti agli occhi: “Quello che mi interessava era il malinconico Napoleone, che ha perso, che non è più a casa. Gli uomini passano, la natura bagna la storia", osserva l'artista.

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