Le start-up non partecipano alla festa, questi giorni, su The Economist. Secondo il settimanale economico britannico, 'c'è un problema con gli unicorni della tecnologia'.
Fate Attenzione! ha detto, papale papale, la scorsa settimana, The Economist. Le start-up della Silicon Valley sembrano avere tutto, 'milioni di utenti, i marchi freschi e leader carismatici', eppure dovrebbero essere più prudenti le 'nuove stelle della tecnologia'. 'C'è un problema' con questi 'unicorni'.
Si chiamano 'unicorni' la start-up tecnologiche, spesso della Silicon Valley, che sono valutate più di 1 miliardo di dollari e 'presumibilmente abbastanza forti da superare tutti gli altri', secondo la rivista economica britannica. Molti di questi stanno per entrare in borsa, come Uber il prossimo mese. Lyft lo ha fatto di recente e Airbnb e WeWork potrebbero seguire presto a ruota.
Eppure, 'se diamo un'occhiata più ravvicinata a questo branco di unicorni', consiglia The Economist. 'Non sono così impressionanti come si vuol far credere'. 'Una dozzina di unicorni sono entrati in borsa (IPO) o sono in procinto di farlo, tutti contano 14 miliardi di perdita nel 2018' nota la rivista.
Secondo il settimanale finanziario, la loro debolezza non è tanto 'nelle singole eccentricità', quanto il segno che la cultura del business che li ha generati 'comincia a scticchiolare sotto le sue imperfezioni'. La Silicon Valley deve cominciare ad interrogarsi.
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