Gli scienziati stanno per prelevare campioni di DNA dal lago di Loch Ness e forse identificheranno i geni della creatura mitica.
Un team internazionale di scienziati condurrà test del DNA il prossimo mese a Loch Ness. Obiettivo: elencare le specie animali di questo lago scozzese e, forse, far luce sul famoso 'mostro' che ne abiterebbe le profondità.
'Questo DNA può essere isolato, sequenziato e utilizzato per identificare la creatura confrontando la sequenza risultante con le sequenze genetiche contenute in un grande database, da centinaia di migliaia di organismi', ha detto il portavoce del gruppo, il professor Neil Gemmell, dell'Università di Otago in Nuova Zelanda.
Una foto famosa scattata nel 1934 e che si suppone rappresentasse 'Nessie', il 'mostro di Loch Ness', era un trucco, rivelato sessant'anni dopo.
Nel 2003, la BBC ha finanziò una costosa campagna di ricerca nel lago, che non produsse nulla. Il team guidato da Neil Gemmell comprende esperti britannici, danesi, americani, australiani e francesi. Utilizzeranno il metodo del 'DNA ambientale', che consente di determinare la biodiversità di un ambiente acquatico. I campioni verranno prelevati in luoghi diversi e a diverse profondità.
Tutti gli organismi rilasciano il DNA in modo permanente nell'ambiente circostante, sotto forma di pelle o escrementi, per esempio. È possibile utilizzare questo cosiddetto DNA ambientale per identificare le diverse specie presenti: può essere sequenziato e confrontato con i database. I primi risultati sono attesi a gennaio.
Una foto famosa scattata nel 1934 e che si suppone rappresentasse 'Nessie', il 'mostro di Loch Ness', era un trucco, rivelato sessant'anni dopo.
Nel 2003, la BBC ha finanziò una costosa campagna di ricerca nel lago, che non produsse nulla. Il team guidato da Neil Gemmell comprende esperti britannici, danesi, americani, australiani e francesi. Utilizzeranno il metodo del 'DNA ambientale', che consente di determinare la biodiversità di un ambiente acquatico. I campioni verranno prelevati in luoghi diversi e a diverse profondità.
Tutti gli organismi rilasciano il DNA in modo permanente nell'ambiente circostante, sotto forma di pelle o escrementi, per esempio. È possibile utilizzare questo cosiddetto DNA ambientale per identificare le diverse specie presenti: può essere sequenziato e confrontato con i database. I primi risultati sono attesi a gennaio.
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