L'apparecchio del MIT, in grado di trasformare l'aria del deserto in acqua potabile, si distingue dai dispositivi già esistenti. Funziona in un ambiente estremamente arido.
Trasformare l'aria del deserto in acqua pulita senza l'utilizzo di qualsiasi altra fonte di energia che il sole e in un ambiente estremamente arido è la sfida lanciata da un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e di Berkeley nel 2017.
Dopo aver migliorato un prototipo testato sul tetto del loro laboratorio, hanno provato il loro nuovo modello in condizioni reali, a Tempe, nel deserto dell'Arizona. I risultati, pubblicati giovedì 22 marzo sulla rivista Nature, sono entusiasmanti.
Anche se ci sono varie tecniche per raccogliere l'acqua dall'atmosfera, queste possono essere estremamente inefficienti e poco pratiche, specialmente quando l'umidità relativa (RH) è inferiore al 40%. Il nuovo concetto funziona in modo passivo. Non ha bisogno di energia diversa da quella del sole e può funzionare in luoghi dove l'umidità relativa non supera il 10%, secondo Engadget.
La macchina funziona con materiali ibridi chiamati MOF (Metal Organic Frameworks). Spesso utilizzati nella conservazione dell'idrogeno o nel lavoro di cattura della CO2, questa famiglia di materiali ha goduto di un'ampia popolarità nella comunità scientifica nell'ultimo decennio perla sua inportante superficie e per il suo volume poroso.
L'assorbimento avviene durante la notte quando l'umidità raggiunge il 20-40% e il MOF cattura il piccolo vapore acqueo nell'aria come una spugna. Il desorbimento avviene di giorno, quando l'umidità scende tra il 10 e il 20%, il materiale ibrido racchiuso in una scatola trasparente viene riscaldato dal sole. L'acqua evapora ma rimane bloccata all'interno. Questo vapore viene quindi convertito in liquido da un condensatore. Il sistema è completamente passivo, afferma Engadget (già cit.).
La macchina è stata testata per cinque giorni nel maggio 2017. I ricercatori hanno scoperto che l'acqua fortunatamente non conteneva impurità provenienti dal MOF.
I risultati sono ancora al di sotto delle aspettative. Gli scienziati stimavano nel 2017 di essere in grado di raccogliere 2,8 lt. d'acqua per ogni chilogrammo di MOF al giorno mentre l'unità ne fornisce solo 0,25. Il team scientifico intende continuare i miglioramenti. Con una scelta ottimale di materiali, la produzione può raggiungere tre volte quella della versione attuale, riporta il comunicato del MIT.
Trasformare l'aria del deserto in acqua pulita senza l'utilizzo di qualsiasi altra fonte di energia che il sole e in un ambiente estremamente arido è la sfida lanciata da un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e di Berkeley nel 2017.
Dopo aver migliorato un prototipo testato sul tetto del loro laboratorio, hanno provato il loro nuovo modello in condizioni reali, a Tempe, nel deserto dell'Arizona. I risultati, pubblicati giovedì 22 marzo sulla rivista Nature, sono entusiasmanti.
Anche se ci sono varie tecniche per raccogliere l'acqua dall'atmosfera, queste possono essere estremamente inefficienti e poco pratiche, specialmente quando l'umidità relativa (RH) è inferiore al 40%. Il nuovo concetto funziona in modo passivo. Non ha bisogno di energia diversa da quella del sole e può funzionare in luoghi dove l'umidità relativa non supera il 10%, secondo Engadget.
La macchina funziona con materiali ibridi chiamati MOF (Metal Organic Frameworks). Spesso utilizzati nella conservazione dell'idrogeno o nel lavoro di cattura della CO2, questa famiglia di materiali ha goduto di un'ampia popolarità nella comunità scientifica nell'ultimo decennio perla sua inportante superficie e per il suo volume poroso.
L'assorbimento avviene durante la notte quando l'umidità raggiunge il 20-40% e il MOF cattura il piccolo vapore acqueo nell'aria come una spugna. Il desorbimento avviene di giorno, quando l'umidità scende tra il 10 e il 20%, il materiale ibrido racchiuso in una scatola trasparente viene riscaldato dal sole. L'acqua evapora ma rimane bloccata all'interno. Questo vapore viene quindi convertito in liquido da un condensatore. Il sistema è completamente passivo, afferma Engadget (già cit.).
La macchina è stata testata per cinque giorni nel maggio 2017. I ricercatori hanno scoperto che l'acqua fortunatamente non conteneva impurità provenienti dal MOF.
I risultati sono ancora al di sotto delle aspettative. Gli scienziati stimavano nel 2017 di essere in grado di raccogliere 2,8 lt. d'acqua per ogni chilogrammo di MOF al giorno mentre l'unità ne fornisce solo 0,25. Il team scientifico intende continuare i miglioramenti. Con una scelta ottimale di materiali, la produzione può raggiungere tre volte quella della versione attuale, riporta il comunicato del MIT.
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