Ricercatori australiani hanno sviluppato un materiale che potrebbe rimuovere il petrolio dall'acqua del mare.
'Le fuoriuscite di petrolio costituite da rifiuti dell'industria petrolifera e olii commestibili potrebbero essere assorbite da una nuova sostanza', riferisce The Guardian.
Un team guidato dalla Flinders University nel Sud Australia ha sviluppato un materiale che potrebbe essere utilizzato per pulire i mari durante le fuoriuscite di petrolio.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Advanced Sustainable Systems il 18 aprile. Gli autori scrivono: 'Realizzato interamente con rifiuti, questo polisolfuro è una sostanza unica: lo zolfo (di cui è costituito) è un sottoprodotto dell'industria petrolifera e gli oli commestibili possono essere utilizzati come copolimeri (sostanze utilizzate dall'industria)'.
Inoltre, una semplice 'compressione meccanica' del materiale rende possibile il recupero degli idrocarburi versati nell'acqua di mare e 'può quindi essere riutilizzato per assorbire altre perdite', precisano ulteriormente i ricercatori.
Per Justin Chalker, che ha guidato lo studio, questo materiale potrebbe uscire rapidamente dal laboratorio e competere con le soluzioni già esistenti:
'Crediamo che quando raggiungeremo la fase delle economie di scala, potremo competere, per il prezzo, von altri materiali utilizzati nelle aree colpite da sversamenti di petrolio'.
Nell'articolo, The Guardian, specifica di lavorare con altri ricercatori e ingegneri, ma anche con agenzie governative 'nel tentativo di fabbricare il prodotto su una scala più ampia, con l'obiettivo di testarlo sul campo nel prossimo anno'.
Nel 2017, oltre 7.000 tonnellate di petrolio sono state scaricate nell'oceano, secondo la International Tanker Owners Pollution Federation.
Il video qui sotto, in inglese, mostra il principio del funzionamento del nuovo materiale.
Un team guidato dalla Flinders University nel Sud Australia ha sviluppato un materiale che potrebbe essere utilizzato per pulire i mari durante le fuoriuscite di petrolio.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Advanced Sustainable Systems il 18 aprile. Gli autori scrivono: 'Realizzato interamente con rifiuti, questo polisolfuro è una sostanza unica: lo zolfo (di cui è costituito) è un sottoprodotto dell'industria petrolifera e gli oli commestibili possono essere utilizzati come copolimeri (sostanze utilizzate dall'industria)'.
Inoltre, una semplice 'compressione meccanica' del materiale rende possibile il recupero degli idrocarburi versati nell'acqua di mare e 'può quindi essere riutilizzato per assorbire altre perdite', precisano ulteriormente i ricercatori.
Per Justin Chalker, che ha guidato lo studio, questo materiale potrebbe uscire rapidamente dal laboratorio e competere con le soluzioni già esistenti:
'Crediamo che quando raggiungeremo la fase delle economie di scala, potremo competere, per il prezzo, von altri materiali utilizzati nelle aree colpite da sversamenti di petrolio'.
Nell'articolo, The Guardian, specifica di lavorare con altri ricercatori e ingegneri, ma anche con agenzie governative 'nel tentativo di fabbricare il prodotto su una scala più ampia, con l'obiettivo di testarlo sul campo nel prossimo anno'.
Nel 2017, oltre 7.000 tonnellate di petrolio sono state scaricate nell'oceano, secondo la International Tanker Owners Pollution Federation.
Il video qui sotto, in inglese, mostra il principio del funzionamento del nuovo materiale.
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