Accusato di influenzare il risultato delle elezioni degli Stati Uniti lasciando che proliferassero false informazioni sulle sue pagine, Facebook reagisce. La società annuncia di essersi attivata nella lotta contro i siti di notizie false.
Mark Zuckerberg ha più volte sottolineato l'influenza del suo social network sulla società. Ma oggi, dopo l'elezione degli Stati Uniti, il capo di Facebook si attiva per minimizzare il ruolo svolto dalla società nelle votazioni da cui Donald Trump è emerso vittorioso il 9 novembre.
Per una settimana, Google e Facebook, "I due grandi Social di Internet in tutto il mondo, si trovano ad affrontare crescenti critiche su come i loro siti potrebbero aver influenzato il risultato delle elezioni presidenziali", riporta il New York Times. Il motivo: la diffusione della disinformazione su Facebook, accusato di aver guidato la scelta degli elettori per il candidato repubblicano, come quella, per esempio, che diceva dell'appoggio del Papa Francesco a Donald Trump.
Lunedi, 14 novembre Google e poi Facebook "hanno annunciato di voler affrontare la questione dei siti che distribuiscono informazioni false", dice il quotidiano statunitense. In particolare, il social network ha aggiornato la sua politica di "Audience Network", che ha già deciso di non pubblicare le pubblicità su pagine con contenuti ingannevoli o illegali e che includano falsi siti di informazione.
Un annuncio che è ben lungi dal risolvere il problema di cui la società è ben consapevole. Così, BuzzFeed scriveva lunedi, che "più di una dozzina di dipendenti di Facebook" hanno lanciato un gruppo di lavoro informale per trovare soluzioni. Uno in particolare lo ha detto al sito, in forma anonima:
"La cosa folle è che (Zuckerberg) respinge le critiche pur sapendo, come noi dipendenti della società sappiamo, che le informazioni false hanno avuto libero sfogo sulla nostra piattaforma durante la campagna elettorale".
Secondo il sito Gizmodo, il dibattito sul ruolo di Facebook, quale più grande divulgatore di informazioni negli Stati Uniti, infuriava all'interno dell'azienda già da maggio. "Questo dibattito include una questione nodale: se il social network aveva il dovere o meno di impedire la diffusione di informazioni fuorvianti per quel 44% di americani che si informano via Facebook".
Risultato: i dirigenti del gigante di Internet hanno cambiato i loro algoritmi per cercare di eliminare, per quanto possibile, l'apparire del contenuto politico di parte, riporta il sito.
La stampa ritiene che questi sforzi non siano sufficienti, per ora. "Queste decisioni (Google e Facebook) sono un chiaro segnale che la tecnologia bulldozer non può più ignorare il clamore che ha innescato il suo crescente potere, come un'emittente di informazioni per l'elettorato americano", secondo il giudizio del The New York Times.
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