Accade in Algeria: per una gonna troppo corta, una studentessa di diritto che è andata a sostenere un esame il 9 maggio, presso l'Università di Algeri, non ha potuto sostenerlo.
In segno di protesta e di resistenza, decine di internauti hanno pubblicato foto on-line delle loro gambe nude sulla pagina Facebook "Ma dignité n’est pas dans la longueur de ma jupe" (La mia dignità non sta nella lunghezza della gonna). Tra questi un ex professore di diritto, preside associato della facoltà di legge di Algeri.
In una intervista alla stampa Sofia Djema sostiene con forza il fatto che il problema non sia banale: "É come un'ammissione di fallimento, il corpo femminile diventa un campo di battaglia, in un paese dalla situazione disastrosa. A forza di rimanere in silenzio, perdiamo le nostre piccole conquiste e lo status delle donne crolla in uno spazio pubblico. Oggi la violenza verbale è uno standard quotidiano.
In una intervista alla stampa Sofia Djema sostiene con forza il fatto che il problema non sia banale: "É come un'ammissione di fallimento, il corpo femminile diventa un campo di battaglia, in un paese dalla situazione disastrosa. A forza di rimanere in silenzio, perdiamo le nostre piccole conquiste e lo status delle donne crolla in uno spazio pubblico. Oggi la violenza verbale è uno standard quotidiano.
É davvero esperienza violenta camminare nella capitale, Algeri, in gonna o pantaloni. Anche mostrare le braccia diventa problematico, ma le donne lo fanno. Nel peggiore dei casi, ci si imbatte in una mano errante, nella migliore delle ipotesi, un commento".
Nessun commento:
Posta un commento